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Hiroshima e dintorni: escursione di una giornata

3 minuti di lettura
Hiroshima: città che simboleggia una profonda ferita nel cuore dei giapponesi. Ecco come muoversi durante il vostro soggiorno, per visitare anche i dintorni della città.

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Questo articolo è stato aggiornato il Aprile 19, 2018

Durante un vostro viaggio in Giappone volete andare a visitare in giornata la città di Hiroshima?
Vi confermo che è possibile farlo: sia partendo dalle città di Osaka e Kyoto, sia dalla più lontana Tokyo (e si riesce a fare anche molto altro).

La storia di Hiroshima

Hiroshima è tristemente una delle città più famose del Giappone.
Interamente distrutta sul finire della Seconda Guerra Mondiale dallo sgancio della prima bomba atomica a fini bellici, resta tuttora una profonda ferita nel cuore dei giapponesi e un simbolo di disumanità per tutto il mondo.

Ora la città è completamente ricostruita, con larghi viali alberati e palazzi moderni; perfino il suo castello è stato fedelmente ricostruito ed è visitabile.

Come raggiungere il Parco della Pace

Uscendo dalla stazione dei treni vi troverete immersi nella vita e nel traffico di una vivace città e, a prima vista, nulla traspare del suo passato.

Per trovare i segni della guerra bisogna dirigersi nel Parco della Pace.

Questa ampia area al centro della città è il punto esatto della detonazione nucleare ed è qui che si concentrano tutti i principali simboli di quell’orribile giorno.

Il Parco è facilmente raggiungibile dalla stazione dei treni o con una piacevole passeggiata di una mezzoretta, o con i tram cittadini, oppure prendendo i JR Sightseeing Loop Bus sul retro della stazione dei treni (questi autobus se avete il Japan Rail Pass sono gratuiti).

Parco della Pace: principali monumenti

Il primo edificio che balza all’occhio arrivati al Parco è la Cupola della Bomba Atomica: vero emblema della devastazione che ha colpito la città.

Questo palazzo era situato a soli 100 mt dall’ipocentro (punto esatto della detonazione) ed è stato uno dei pochi edifici rimasti riconoscibili dopo l’esplosione.
Per questa ragione ne è stato fatto un simbolo conosciuto in tutto il mondo e, dal 1996, è entrato a far parte dei beni protetti dall’UNESCO.

Il Parco è costellato di numerosi altri monumenti commemorativi: il Monumento per la Pace dei Bambini dedicato a Sadako Sasaki (bambina di Hiroshima morta di leucemia che ha passato gli ultimi mesi della sua vita facendo gru origami nella speranza di guarire); il Cenotafio e molti altri.

Quest’ultimo, il Cenotafio, rappresenta il secondo vero simbolo del Parco. Riportante i nomi di tutte le vittime accertate della bomba, questo monumento incornicia la Fiamma della Pace e sullo sfondo la Cupola della Bomba Atomica.

La Fiamma è sempre accesa e verrà spenta solo alla distruzione dell’ultima arma nucleare esistente.

Museo della Pace: la storia di Hiroshima

Infine al centro del Parco si trova il Museo della Pace. Questo museo, gestito interamente da volontari, raccoglie moltissime informazioni riguardanti il passato e il presente degli armamenti nucleari nel mondo, riporta documenti e foto della città prima e dopo la detonazione e vi potrete trovare numerosi resti, vestiti e oggetti appartenuti agli abitanti di Hiroshima.

Il museo è frequentatissimo tutti i giorni quindi bisogna armarsi di un po’ di pazienza, però vale sicuramente la visita.

Unico appunto: attualmente (e almeno fino alla primavera 2019) la parte centrale del museo, precedentemente dedicata alle ricostruzioni in scala reale del post-detonazione, è chiusa per rinnovamento. Purtroppo sono molti i monumenti giapponesi in fase di restauro in vista delle Olimpiadi 2020.

Hiroshima da Kyoto o Osaka

La prima volta che siamo andati a Hiroshima siamo partiti da Kyoto. Il viaggio dura da un’ora e mezza a un paio d’ore in base al treno Shinkansen che sceglierete di prendere (tenete presente che Osaka è di strada: tutti i treni che partono da Kyoto in direzione sud passano per Osaka).

Arrivati a Hiroshima attorno alle 9 di mattina ci siamo incamminati verso il Parco della Pace e lo abbiamo visitato in tutta calma, finendo la nostra visita verso mezzogiorno.

Visita all’Isola di Miyajima

Dato che Hiroshima si trova a solo una mezzoretta dalla stupenda Isola di Miyajima, abbiamo deciso di prendere il primo treno disponibile (ne parte uno ogni quarto d’ora circa) e ci siamo diretti a Miyagimaguchi, stazione vicinissima al porto da cui parte il traghetto per l’isola.

Dopo aver dedicato il pomeriggio alla visita del magnifico Santuario di Itsukushima, famoso per il suo torii in mezzo al mare, e del caratteristico villaggio circostante invaso dai cervi, verso le 17.30 abbiamo deciso di tornare per riuscire a rientrare a Kyoto alle 21.30.

Hiroshima da Tokyo

Raggiungere Hiroshima da Tokyo è un po’ più complesso e faticoso ma comunque possibile.
Fondamentale è prendere il primo treno disponibile delle 5.00 di mattina per riuscire ad essere a destinazione verso le 10.00.

Abbiamo dedicato la mattina al Parco ed al Museo della Pace: raggiunti sfruttando i JR Sightseeing Loop Bus, sapendo di avere tempi stretti questa volta.

Visita al Castello di Himeji

Siamo riusciti a prendere il treno delle 13.30 per Himeji: splendida cittadina famosa per il suo castello feudale noto anche come “l’Airone Bianco”.

Il castello, bianchissimo e appena restaurato, è il più famoso del Giappone ed è visitabile sia il giardino circostante che il suo interno.
Noi abbiamo fatto in tempo a visitare solo gli interni a causa della fila di gente all’ingresso.

Rientro a Tokyo con il treno delle 18.00, con arrivo nella capitale stanchissimi ma felici alle 21.30.

Consigli: comodissimo negli spostamenti è l’utilizzo del Japan Rail Pass da acquistare in Italia prima della partenza sul sito internet dedicato.

Inoltre, per tutti gli orari dei treni, vi consiglio di utilizzare il sito giapponese Hyperdia che vi permette di sapere, anche a distanza di giorni, orario preciso del treno e binario su cui lo troverete.

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Informazioni sull'autore
Laureata in lingue e letterature straniere, in Inglese Giapponese e Cinese, e da sempre appassionata di carte e mappe, Silvia ama partire alla scoperta di posti nuovi. In ogni suo viaggio cerca di entrare in punta di piedi nella cultura del luogo in cui si trova, di comprenderla il più possibile senza creare disturbo, ricavandone esperienze e ricordi unici. Appassionata di Oriente, ma non solo, visita ogni luogo preferendo come mezzo di trasporto le proprie gambe per non perdersi il pulsare della vita quotidiana locale. Suoi compagni inseparabili: una cartina del luogo, scarpe da ginnastica e il marito Manuel che l’accompagna ovunque.
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