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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 14, 2017
Chi non è mai stato in Salento o non vorrebbe passarci una vacanza alzi la mano. Siate sinceri però.
Fare un giro nei paesini dell’entroterra, una giornata sulle bianchissime spiagge ioniche o sulle scogliere del tacco e assaggiare i piatti tipici è diventato da qualche anno uno dei desideri di molti turisti che scelgo questa zona d’Italia.
Una delle più grandi della provincia, dopo Lecce, fulcro del Salento, è Nardò, a soli 30 minuti dal capoluogo.
Con più di 35mila abitanti e un’estensione territoriale di oltre 190 km quadrati è la seconda città della provincia per estensione.
Cuore di Nardò è il centro storico, un reticolato di viuzze che uniscono i vari punti d’ingresso della cittadella che una volta era fortificata a racchiusa da alte mura. Visitando il centro storico di Nardò, alcune tappe non possono proprio mancare.
Tempietto de L’Osanna
Arrivando da Lecce, appena prima di entrare nel centro storico, si trova un particolare tempietto a pianta ottagonale con 8 colonne.
Di epoca barocca, è stato recentemente recuperato e valorizzato, recuperando gli antichi scalini che lo circondavano e che ormai si trovavano sotto il livello del manto stradale.
Entrano dalla porta esattamente alle spalle del Tempietto de L’Osanna e facendo pochi metri si arriva nella piazza principale del centro storico, piazza Antonio Salandra.
Il teatro
Prima di giungere in piazza Salandra, sulla sinistra si trova il teatro Comunale, edificato nel XIX secolo. Dopo anni in cui è stato poco utilizzato, finalmente è tornato operativo.
Proseguendo di pochi passi si arriva in piazza Salandra.
In pochi metri e girando a 360 gradi non si può non rimanere affascinati dalle bellezze di questa piazza.
Guglia dell’Immacolata
Posizionata al centro della piazza c’è la guglia dell’Immacolata, una colonna alta 19 metri, realizzata in carparo, una pietra locale. In cima spicca la statua bianca della Madonna Immacolata posizionata su un globo terrestre.
La statua è stata fortemente voluta dalla popolazione neretina in seguito ad un violento terremoto che ci fu intorno alla metà del 1700.
Il palazzo della Pretura
Oggi è conosciuto così, ma nel XVI secolo, periodo di edificazione, era chiamato Palazzo dell’Università o di Città. Il terremoto del 1743 lo ha distrutto ed è stato ricostruito 30 anni dopo, con una facciata barocca. Al lato spicca la Torre dell’Orologio.
Fontana del Toro
Sempre nei pressi della “colonna” troviamo la Fontana del Toro, animale rappresentato nello stemma cittadino. Realizzata in epoca fascista, rappresenta un toro che scava con la zampa il terreno.
La Cattedrale e le chiese neretine
La Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, nella piazza del vescovado, nasce su un’antica chiesa basiliana.
Oltre ai numerosi affreschi presenti, è presente un “Cristo Nero”, un Crocefisso in legno di cedro del XIII secolo.
Oltre alla Cattedrale, meritano una visita la chiesa di San Giuseppe Patriarca, quella di San Domenico e quella di Santa Chiara, che ospita il convento delle suore di clausura.
Il Castello
Altro importante centro di interesse è il castello Aragonese, sede del Comune.
Non si ha certezza della data di costruzione. I primi documenti risalgono al XV secolo, quando ci fu il passaggio dagli Angioini agli Aragonesi.
Vivendo giornalmente la propria città spesso non si fa caso più di tanto alle bellezze che ci abbiamo intorno.
Eppure sono li, ammirati e fotografati dai turisti, dati per scontati da chi li vede tutti i giorni. Ma non accade solo nel centro storico di Nardò, accade anche negli altri centri storici che frequentiamo spesso.
Viaggiando impari ad apprezzare i particolari, a guardare con occhi diversi anche cose che hai visto tutti i giorni della tua vita.
Voglio darvi un consiglio, fatevi un giro nelle nostre città come turisti, informatevi sulla storia, sul passato. A volte non serve andare dall’altra parte del mondo. Basta uscire da casa, girare l’angolo e alzare lo sguardo.
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