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Questo articolo è stato aggiornato il Novembre 13, 2014
Durante il blogtour #PiaveLive che mi ha portata una settimana alla scoperta del Veneto, ho visitato il primo tratto del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, e in particolare tre luoghi di assoluta bellezza che offrono il meglio di sè proprio nel mese di ottobre, quando le acque del lago lasciano liberi i passaggi per raggiungere questi angoli di natura incontaminata.
Dopo una colazione ristoratrice alla Locanda alla Stazione ci siamo spostati verso Sospirolo, sempre in provincia di Belluno; lungo la strada ci siamo concessi una sosta per ammirare i fantastici colori del Lago artificiale del Mis, circondato dai Monti del Sole. Siamo a poche centinaia di metri di altitudine ma il paesaggio è già montano, da cartolina!
Da qui ci siamo spostati all’interno del Parco delle Dolomiti Bellunesi, dove, dopo un breve tratto in salita tra il verde dei boschi, abbiamo raggiunto i Cadini del Brenton: una successione di cascatelle limpidissime che si gettano in 15 cavità rocciose, che prendono il nome dal termine dialettale ‘brent’ che indica appunto un torrente impetuoso.
Nel linguaggio specialistico si parla di ‘marmitte di evorsione in Val del Mis‘: io aggiungo solo che si tratta di un vero spettacolo della natura, capace di stupirci ogni volta e di creare luoghi di una perfezione strabiliante; un lavoro costante e continuo dell’acqua che negli anni regala forme e colori sempre diversi.
Attraverso una scalinata ripida, rese particolarmente viscida a causa della pioggia del giorno prima (fate attenzione!), scendiamo fino alla base dei Cadini, dove una serie di ponti in legno permettono di avere una prospettiva diversa sulle cascate e il paesaggio circostante.
Da qui ci spostiamo di nuovo verso il Lago del Mis per raggiungere la Cascata della Soffia, creata dal torrente Soffia, in un salto di oltre 10 metri. Per raggiungerla ci addentriamo in un sentiero scavato tra le rocce, in cui l’acqua assume delle sfumature di colore da togliere il fiato. Il momento più emozionante è sicuramente quello in cui, a due a due, entriamo nella grotta finale e il silenzio è rotto dal potente getto dell’acqua della cascata: uno scorcio unico, davvero difficile da rendere in foto ma ben impresso nella mia mente. Un angolo assolutamente da non perdere!
Ultima tappa della giornata è stato il Brent de l’Art, un canyon scavato dal torrente Ardo, da cui prende il nome. Una camminata di circa 20 minuti, in discesa, ci permette di raggiungere questo autentico paradiso naturale, frutto di un lavoro lungo millenni, capace di creare una serie di strati di roccia, tra il bianco e il rosa, risalenti alle diverse epoche e fasi geologiche.
Questo è sicuramente il percorso di trekking più impegnativo, ma la fatica sarà ripagata ancora una volta da momenti unici a contatto con la natura, il suo potere e la sua infinita creatività.
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