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Cosa vedere sull’isola di Giava in un settimana

4 minuti di lettura
Giava è il cuore dell'Indonesia: ecco cosa aspettarvi da questa parte di mondo, tra paesaggi vulcanici, viste spettacolari e complessi templari.

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Questo articolo è stato aggiornato il Gennaio 26, 2018

Consigli utili per visitare l’isola di Giava, in Indonesia, alla scoperta di paesaggi mozzafiato e monumenti antichi dal valore inestimabile.

L’isola di Giava è una tra le più importanti delle 17.507 isole che costituiscono l’arcipelago indonesiano. Chi, come me, ha deciso o deciderà di regalarsi un viaggio in Indonesia, dovrebbe, assolutamente, visitarla!

Ad attendervi ci saranno: il vulcano più acido al mondo, monumenti buddisti e induisti importantissimi e il suo popolo cortese e disponibile.

Consigli per godervi al meglio l’isola di Giava

Sono partita per l’Indonesia nel mese di maggio, avevo tante titubanze per la questione meteo, che nel sud est asiatico non è molto favorevole in primavera a causa dei monsoni.
Ho preso (molto anticipatamente) un volo da Roma, con scalo a Istanbul, diretto a Giacarta: la principale città di Giava, nonché capitale indonesiana.

Ho pagato il biglietto sui 470 euro A/R, un ottimo prezzo se si considera che in altri periodi dell’anno costa anche più di 1000 euro, tutto merito di skyscanner!
Atterrata a Giacarta, dopo un bel po’ di ore di volo, la sensazione iniziale non è stata delle migliori: un caldo infernale combinato ad un’umidità fastidiosa, terribile.

Giacarta: una delle metropoli più grandi del mondo

L’aeroporto di Giacarta è gigantesco ma è collegato abbastanza bene al centro della città e in un quarto d’ora/venti minuti, sarete catapultati in una delle metropoli più grandi del mondo.
Giacarta è caotica, abitata da più di dieci milioni di abitanti, con un traffico terribile… ma offre tante opportunità se avete voglia di divertirvi.

Il design di alcuni grattacieli non è affatto male! Mi sono fermata solo una notte e sono subito ripartita in treno ( è sicuramente il mezzo di trasporto di terra più veloce in Indonesia) alla volta di Yogyakarta dove sono rimasta per tre giorni.

La capitale culturale di Giava

Yogyakarta è considerata la capitale culturale di Giava, ha un centro molto più piccolo e vivibile (per fotuna!) di Giacarta; la parte antica è fatta di casette vicinissime tra loro e vicoletti molto carini, ci sono un’infinità di posti in cui dormire: io ho scelto una camera singola in una guesthouse, abbastanza spartana, da 6 euro a notte con colazione inclusa.

Il mio budget non era elevatissimo e il mio viaggio sarebbe durato un mese, essere cauti e oculati era d’obbligo!
Fate un giro nella via dello street food: è molto frequentata ed è un ottimo posto per iniziare a conoscere il popolo indonesiano, affascinato e incuriosito dagli occidentali. Per strada vi saluteranno tutti, vorranno fare foto con voi e tutto ciò farà molto bene alla vostra autostima!

Oltre ad essere la capitale culturale di Giava, Yogyakarta è un centro abbastanza vivo, pieno di banchetti e chioschi che hanno un ottimo street food, vi consiglio assolutamente di assaggiare il Nasi Goreng: un riso fritto accompagnato da verdure, carne o pesce, perché è buonissimo; la zuppa di noodles e gli immancabili spiedini di pollo (uno spiedino non costa più di 15 centesimi).

Per spostarvi in città e nelle aree vicine, noleggiate un motorino: è la scelta più intelligente da fare per evitare il traffico e soffrire meno il caldo, poi costa poco meno di 7 euro al giorno!

Giava: monumenti da non perdere

Appena fuori Yogyakarta ci sono due complessi monumentali che non potete assolutamente perdere (si raggiungono facilmente in motorino). Il primo è il tempio buddista più grande al mondo: Boroboudur.

Sembra una realtà virtuale: la location di un videogioco in stile Tomb Raider.
L’ingresso costa 20 euro o poco più, non è molto economico per gli standard indonesiani, ma è imperdibile; ha una struttura piramidale, contiene più di 500 statue raffiguranti il Buddha – in espressioni e posizioni diverse – e migliaia di bassorilievi raffiguranti storie sul buddismo.

Il secondo monumento più importante di Giava è senza dubbio Prambanan (quaranta chilometri da Yogyakarta), in motorino impiegherete circa venti minuti a raggiungerla; è un tempio dedicato al culto induista.

Ha una struttura possente che si sviluppa verso l’alto ed è composto da una serie di piccoli templi dedicati alle divinità induiste, quello più grande è dedicato a Shiva ed è alto più di 40 metri.
L’ingresso anche in questo caso è un po’ costoso… ma stiamo parlando di monumenti tra i più belli e importanti al mondo, nonché riconosciuti Patrimonio dall’Unesco. Userete il vostro animo risparmiatore per altro!

Il vulcano acido di Giava

Da Yogyakarta ho preso un minibus in direzione Monte Bromo, avevo letto qualcosa sulla mia guida e mi ha incuriosito il fatto che a pochi chilometri ci fosse il vulcano acido più grande al mondo: Kawah Ijen.

Potete comprare un pacchetto completo con sistemazione in hotel, visita al Bromo ed escursione guidata notturna al vulcano acido.
Yogyakarta è piena di tour operator (alcuni anche molto improvvisati, assicuratevi che siano guide ufficiali) che organizzano spostamenti in autobus, vi trovano la sistemazione per la notte e vi accompagnano nelle varie escursioni a prezzi più che convenienti.

La zona vicina al monte Bromo è alta 2000 metri e si sta da dio in termini climatici.
Ho alloggiato in un hotel/ resort (Hotel Bromo Permai) veramente bello: la hall e la zona pranzo erano completamente costruite in bambù! Una buona dormita in un letto comodo e il giorno dopo, in forma per l’escursione al Monte Bromo. Vi dico subito che si può fare in piena autonomia, non avrete bisogno di guide o cose del genere, non è faticosa e dura neanche mezz’ora.

Un volta in cima, vi troverete sopra a questo cratere dal quale fuoriesce del fumo bianco, molte persone lanciano fiori verso la bocca del vulcano (pare sia una pratica antica che porta fortuna), verso il pomeriggio il paesaggio intorno al Bromo sparisce completamente per fare posto alla nebbia, davvero fitta… non si riesce a vedere nulla a pochi metri di distanza. Ho trovato tutto ciò fantastico, non sembrava nemmeno più di stare sul pianeta terra.

Il lago acido di Giava

Il giorno dopo, alle 2.00 di notte, partenza verso Kawah Ijen: il lago acido più grande al mondo. Il trekking è durato un paio di ore, abbastanza faticoso e, come se non bastasse quella notte la pioggia era intensa; siamo arrivati in cima poco prima che spuntasse l’alba.

Non ci sono parole per descrivere le sensazioni di quel momento, davanti a me la valle… e l’oceano in estrema lontananza. All’improvviso, dietro di noi, la nebbia stava lasciando spazio ad un colore tra il celeste e il verde bellissimo, era il lago acido che si manifestava pian piano ai nostri occhi, lasciandoci estasiati.

Giava è un isola magica che mi ha lasciato tanti bei ricordi e mi ha spronato ad affrontare tanti ostacoli che non avrei mai immaginato (soffro di vertigini); chi pianifica un viaggio in Indonesia è quasi portato a vedere solo Bali, ma l’Indonesia è tanto altro ancora e l’isola di Giava ne è la prova.

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Informazioni sull'autore
Serena Castiglia, quasi trentenne, calabrese doc e appassionata di cinema e viaggi. Ama fare video e fotografare le persone. La Turchia e l'Indonesia le sono rimaste nel cuore e vorrebbe viverci almeno tre mesi l'anno. Ama l'Italia e vuole scrivere delle sue bellezze perché tutti devono sapere che è il paese più bello del Mondo.
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