Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 6, 2014
Anche ai tempi della crisi non si rinuncia alla vacanza, e quando mai? A causa della crisi comunque, le mete non variano, ma variano i modi di viaggiare ma questo ha anche dei risvolti positivi. Mete come le Maldive considerati da sempre posti proibitivi tornano ad essere accessibili a tutti, come? Nel modo più semplice possibile, vivendo la vacanza like a local.
In tempi di crisi la macchina del turismo non si arresta e ritrova slancio, 40 anni dopo, da dove era partita: l’ospitalità in villaggi 3-4 stelle sulle “isole locali” (quelle abitate da pescatori e lavoratori), diverse dalle isole-resort che la fanno da padrone nel panorama super esclusivo, così caro ai turisti italiani.
Il progetto delle guesthouse, praticato prima del 1984 e ripreso nel 2011 limitatamente alla capitale Male, riguarda diverse isole locali secondo uno stardard concertato con italiani e europei: 6-8 camere massimo, più cucina, soggiorno, spiaggia, con opportunità di diving e scuola di vela.
Lo sviluppo di questo segmento, in grande espansione, coinvolge 14 isole situate a Nord e Sud dell’arcipelago: la gestione della guesthouse è maldiviana, l’investimento può essere anche italiano (100-150mila euro), imposte solo dell’8% per la tassa di soggiorno, contratto tra proprietario del terreno e investitore, prezzo della camera tra i 100 e i 150 dollari a notte.