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Egitto: le oasi del deserto occidentale

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Egitto, non solo villaggi e mete super turistiche, ecco un itinerario alternativo per chi vuole vedere qualcosa di nuovo, un percorso attraverso le oasi del deserto occidentale.

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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 9, 2016

Senza il Nilo, l’Egitto sarebbe una terra desertica e desolata senza vita. Grazie a questo corso d’acqua antiche civiltà sono sorte sulle sue sponde e ancora oggi la sua ricchezza d’acqua serve per l’irrigazione dei campi circostanti. Perchè non seguire la scia di quello che si pensa sia stato l’antico percorso del Nilo milioni di anni fa andando alla scoperta delle oasi del deserto occidentale, situate ad ovest del corso del fiume attuale?

egitto-Farafra

Partendo da nord, ossia il Basso Egitto si può ammirare l’oasi di Bahariya, conosciuta come l’oasi del “nord”, che si trova a circa 400 Km di distanza dal Cairo. Facilmente raggiungibile via terra dal Cairo e dalle oasi di Siwa, del Fayyum e di Farafra.

Sempre più visitata per gli spettacolari paesaggi che regalano i suoi deserti: quello bianco con le formazioni di calcare bianche create dal vento e dall’acqua e quello nero con uno strato di rocce e polvere nere generate dall’erosione delle montagne. In quest’ultimo si consiglia di scalare la Montagna inglese da cui si può ammirare questo singolare paesaggio.

egitto-Bahariya-jeep

Qui i locali, detti wahati, ossia oasiti, si nutrono soprattutto di datteri, olive, guava e mango e sono dediti all’agricoltura, all’estrazione del ferro e al turismo, viste le attrazioni naturalistiche e archeologiche (le 10.000 mummie dorate per esempio) in situ.

Grazie alla costruzione di una strada asfaltata negli anni ’70 di collegamento tra l’oasi ed il Cairo, la tv, il telefono, la corrente elettrica e mezzi di trasporto a quattro ruote-le auto- hanno fatto il loro ingresso nell’oasi facendola uscire dall’isolamento. Nuove influenze e contatti con l’esterno hanno modificato così gli stili di vita e d usi e costumi tradizionali.

egitto-Farafra-deserto

Proseguendo verso sud si visita l’oasi di Farafra, con coltivazioni di albicocchi e ulivi, abitata soprattutto da beduini, che vivono in piccole case blu, colore usato per tenere lontani gli spiriti del male, secondo una credenza locale.

Il deserto bianco, a soli 45 km a nord dell’oasi, è costituito da formazioni rocciose di gesso bianco create da tempeste di sabbia e il lago di El Mufid e le sorgenti di acqua calda di Bir Setta sono anch’essi da vedere.

egitto-Farafra-deserto-bianco

Partenza alla volta dell’oasi di Dakhla, a 350 km dalla Valle del Nilo. Caratterizzata da oltre 600 laghi di acqua naturale e sorgenti. Molto particolare la visita della città vecchia, con le sue stradine argillose e le case con disegni elaborati degli architravi lignei.

Vedere El-Qasr, una cittadina medievale eretta sopra alle rovine di un villaggio di epoca romana, le tombe di El-Muzawaka sempre di età romana e da ultimi il tempio di Deir El-Hagar ed villaggio di Al-Balat.

egitto-Kharga

Ultima tappa è l’oasi di Kharga, oasi del “sud”, la più popolata delle oasi del deserto occidentale del Paese, con oltre 100.000 abitanti; un tempo sosta fondamentale sulla rotta dei traffici di schiavi che partivano dal Sudan e diretti alla Valle del Nilo (a 200 km.) durante la dominazione degli arabi.

Il Museo delle Antichità, in via Gamal Abdel Nasser raggruppa una serie di reperti che provengono anche dalle oasi di Dakhla e Farafra e degni di attenzione il tempio di Ibis, l’unico grande tempio di età persiana in Egitto, e non distante da questo el-Bagawat, la più antica necropoli cristiana del Paese, con le sue 263 tombe in mattoni crudi risalenti al V secolo.

egitto-Kharga-oasi

Da tener presente che si viaggia nel deserto, su strade non sempre asfaltate quindi bisogna avere un pò di spirito d’avventura e di adattamento e il bello sta anche nel dormire nei campi tendati sotto un cielo stellato.

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Informazioni sull'autore
Valentina ha 30 anni, mantovana solo di residenza. Viaggiatrice per passione, arabista ed egittologa per educazione. Disposta sempre ad assorbire altre culture che spaziano dall'Oriente, al Medio Oriente, all'Europa all'America, che ama vivere direttamente in prima persona. Si è appassionata di giornalismo e sport estremi. Si potrebbe definire una donna con gli occhi aperti sul mondo.
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