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Tesori nascosti a Bologna: visitare i Bagni di Mario e la Cripta di San Zama

3 minuti di lettura
Siete in cerca di una gita fuori dal comune a Bologna? Leggete il post e preparatevi a visitare due siti archeologici rimasti nascosti per lungo tempo.

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Questo articolo è stato aggiornato il Marzo 15, 2018

Lo scorso Dicembre 2017 a Bologna hanno rivisto la luce, per il pubblico pagante, due bellissimi siti archeologici, nascosti da troppi anni. Sto parlando dei Bagni di Mario, conosciuti anche come Conserva di Valverde, e della Cripta di San Zama.

Scopriamo di più su questi tesori nascosti di Bologna:

La Conserva di Valverde era conosciuta un tempo come Bagni di Mario perché, nel corso del XIX secolo, venne erroneamente identificata con un centro termale romano di età repubblicana realizzato forse ai tempi del console Caio Mario. Tale attribuzione solo molti anni dopo si rivelò del tutto errata.

Conserva di Valverde a Bologna

La Conserva di Valverde di fatto è un sistema di raccolta e decantazione delle acque che venne realizzato nel lontano 1563 dall’architetto Tommaso Laureti a Bologna, per dare l’acqua “pulita” ai bolognesi. L’edificio nacque come progetto di rinnovamento voluto da Papa Pio IV.

Questa cisterna raccoglieva quindi le acque dell’area di Valverde, sopra Via San Mamolo, che riunendosi a quelle della Fonte della Remonda, situata sotto San Michele in Bosco e vicina all’attuale Via Codivilla, andavano ad alimentare le due principali fontane pubbliche.

Si tratta della famosa Fontana del Nettuno – che trovate in Piazza Maggiore – e della Fontana Vecchia che si trova sul lato del Palazzo del Comune che si affaccia su Via Ugo Bassi.

Come funzionava la cisterna di Bologna

Questo complicato sistema di tubazioni sotterranee alimentavano inoltre la Vasca dei Cavalleggeri, il  Pozzo del Terribilia e la fonte all’interno del Giardino dei Semplici, ad uso privato del Cardinale.
Tommaso Laureti, architetto palermitano, realizzò questa meraviglia di ingegneria su due livelli.

Sul livello superiore si trova una bellissima sala ottagonale, che riporta ancora alcuni mosaici che brillano sotto la luce del sole, sovrastata da una grande cupola, otto piccole vasche scavate destinate a raccogliere l’acqua che proveniva dai quattro condotti che si inoltravano nella Collina di Valverde, ed un vestibolo.
Una seconda camera ottagonale ma più piccola, la Cisternetta, si collega alla sala principale.

Grazie ad un processo di decantazione l’acqua usciva depurata. Sempre a questo livello superiore, si trovano una serie di cunicoli, oggi visitabili; all’interno di uno di questi si trova un’incredibile incrostazione calcarea che brilla, probabilmente lì da secoli.

Al secondo livello, quello inferiore, le acque arrivavano già parzialmente depurate dal livello superiore e, da qui, procedevano attraverso lunghissimi cunicoli che portavano – e ancora oggi volendo porterebbero – alle fontane del centro città.

Come raggiungere la Conserva di Valverde

Anche se una cisterna può sembrarvi poco interessante, si tratta di una visita molto suggestiva.

Ci arriverete percorrendo Via San Mamolo, poco fuori porta e prendendo Via Bagni di Mario.

Cripta di San Zama: un altro tesoro nascosto di Bologna

La Cripta di San Zama lega la sua storia al sorgere della prima comunità cristiana bolognese.
Vi racconto qui brevemente la sua storia, ma sarà più bello farvela raccontare in modo approfondito dalla guida che sarà presente.

Si tratta di una cripta che si trova nei sotterranei dell’ex Ospedale Militare, proprio sotto l’attuale Chiesa dei Santi Naborre e Felice, in Via dell’Abbadia, in pieno centro storico.

Sembra che proprio qui sotto nacque – o comunque mosse i primi passi – il Cristianesimo bolognese. La Cripta, da subito molto suggestiva, mostra un bellissimo pavimento romano originale del 270 d.C.

Tale spazio ospitò per molti secoli le spoglie dei primi vescovi petroniani, che oggi si trovano nella Basilica di Santo Stefano, nell’omonima piazza. Proprio per questa ragione, e forse giustamente, la Cripta di San Zama (vescovo di Bologna) è stata a lungo ritenuta – ed ancora oggi in parte lo è – la prima cattedrale bolognese.

In verità è possibile anche che in quest’area sorgesse uno dei primi cimiteri cristiani. Il Vescovo Faustiniano, successore di San Zama, alimentò ulteriormente la fama del santuario, costruendo una basilica più ampia, e modificandone il nome.

Tale Cripta, che un tempo non era una cripta sotterranea ma una chiesa al “piano terra”, venne ricostruita dai monaci Benedettini che realizzarono anche il Monastero, la torre campanaria – oggi pericolante – e la sagrestia.

Tale spazio venne poi abbandonato nel XV secolo dai Benedettini e riassegnato alle suore Clarisse dopo circa un secolo di decadenza. Alle Clarisse dobbiamo l’aspetto moderno della Chiesa sovrastante.

La Cripta di San Zama oggi

La Cripta è molto piccola, composta da tre navate, con quattro colonne sovrastate da capitelli ognuno differente dall’altro, che precedono l’altare. Molte leggende aleggiano intorno a questo spazio a lungo dimenticato; la guida ve le racconterà.

Oggi della Cripta originale sono rimasti alcuni frammenti di dipinti sui muri e le bellissime, seppur piccole, vetrate in alabastro, dalle quali un tempo doveva entrare la luce del sole.

Come visitare i due siti archeologici

Una serie di associazioni bolognesi organizzano la visita ai due siti, vi basterà prenotare online.

L’accesso alla Conserva di Valverde ha un costo di 15€ mentre quello alla Cripta di San Zama costa 10€. Entrambi i siti sono visitabili solamente con guida e solo su prenotazione.

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Informazioni sull'autore
Ormai 31enne ma si sente ancora un'adolescente. Lacustre di nascita, si divide tra Riva del Garda e Bologna, dove ha vissuto per dieci anni. Ha studiato Cinema e Discipline dello Spettacolo, attualmente lavora nella comunicazione e negli eventi e collabora come redattrice con alcuni magazine online. Ama tutto ciò che è muoversi, vedere, viaggiare e provare. Ironica e talvolta contradditoria, non può fare a meno di scrivere. Ha fatto il primo vero viaggio da sola nel 2012 a New York.
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