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Questo articolo è stato aggiornato il Agosto 1, 2014
Il mio secondo giorno di #AlbeinMalga 2014 inizia dal balcone del Garnì del Mozàt, in attesa che sorgesse l’alba. Dopo due giorni di pioggia pretendevo di riuscire a fotografarla. Per fortuna non solo son riuscito a catturarla ma le previsioni davano assenza di pioggia per tutta la mattinata fino alle 16 pomeridiane.
Dopo una sana colazione con fragole appena raccolte (decine di serre erano di fronte al nostro albergo), svariate fette di torte fatte in casa e marmellate ai mirtilli, leggiamo il programma: questa mattina vi attende il canyoning! Visto che per due giorni non ha fatto altro che piovere che torrenti incontreremo?
L’appuntamento è a Tremalzo, a 10 minuti da Lenzumo, presso la locanda d’Ampola dove Mirko di Trentino Climb, la nostra guida, ci attendeva già con le mute da indossare. Assieme a noi anche cinque giovani olandesi si aggregano e fatta la vestizione con muta, imbragatura e caschetto iniziamo a salire per un ripido sentiero di montagna. Scenderemo per il Rio Nero, un nome che è tutto un programma. Fatto un veloce briefing su cosa fare e cosa non fare durante un canyoning arriviamo alle informazioni che contano: avremo da fare salti da 7 e 10 metri. Cosa sarà mai?
Il torrente aveva una portata quattro volte superiore al solito e in più di una occasione Mirko ce lo ribadiva. Essendo alla prima esperienza in una attività del genere ammetto che non immaginavo un tale frastuono dell’acqua in mezzo alle gole. Non solo ci siamo lanciati per scivoli naturali gonfi d’acqua ma ci siamo anche lanciati da altezze vertiginose che vi garantisco non avrei mai fatto senza l’esempio dei miei compagni di viaggio. Oltre a tuffi e passaggi su rocce rese lisce dall’incessante lavoro dell’acqua ci siamo anche avventurati in discese da equilibrista grazie all’imbragatura.
Qui le scene più comiche tra la nostra guida che ci urlava di spingere con i piedi verso la roccia bagnata e liscia e noi imbranati che assomigliavamo più a prosciutti che venivano calati. Alla fine il tutto si è svolto in quasi tre ore ed è stato fisicamente impegnativo ma veramente esaltante. Se siete quindi in cerca di avventura in Trentino il canyoning unito al climbing è l’attività che fa per voi. E’ un’esperienza unica che ti permette di scoprire gli angoli più nascosti grazie a tuffi, scivoli naturali e cascate mozzafiato.
Una volta che ci siamo ripresi fisicamente e mentalmente ci siamo diretti alla sagra di Locca per assaggiare una prelibatezza gastronomica tutta ledrense, ovvero i Caponec. All’interno di una foglia di vite di uva fragola un panetto di pane raffermo impastato con coste e Trentin grana. Ci vogliono ben due giorni per la loro preparazione e definirli deliziosi è poco. La Valle di Ledro è stata una piacevole scoperta, prima di tutto perché è fuori dalle rotte classiche del turismo di massa in montagna, poi perché grazie alla vicinanza del lago di Ledro ti permette di effettuare tante attività sportive che rendono la permanenza in questo territorio di sicura soddisfazione.
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