Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 30, 2013
Il primo amore non si scorda mai. Nulla di più vero: il mio cuore è rimasto lì, a Parigi, racchiuso tra l’eleganza dei boulevards e la magia della Senna. E ogni tanto c’è qualcosa che mi fa tornare indietro ai mie freddi mesi parigini, quando senza neanche un centimetro di pelle libera mi tuffavo tra le strade della città, proprio là dove mi sono innamorata.
Oggi è un film, anzi meglio, una scena di un film. Woody Allen, Midnight in Paris: Hemingway sorseggia vino e parla del suo libro, Zelda Fitzgerald ordina un bourbon al bancone del bar mentre il protagonista del film è a bocca aperta, e io a dire il vero più di lui. Perché quel locale che il regista ha scelto per descrivere una Parigi di artisti che non c’è più, quel locale esiste, e io da brava romantica ho lasciato lì uno dei tanti pezzettini del mio cuore.
Polidor, nel quartiere latino, è un luogo affascinante e ricco di storia. Il tipico bistrot parigino di fine ‘800 divenuto impenetrabile da un incantesimo: qui il tempo non scorre e si è fermato a quei giorni quando artisti, letterati e pittori si sedevano ai suoi tavoli discutendo delle loro vite.
Piccolo ed elegante, con una vasta scelta di vini francesi e un menù di tutto rispetto (con scelte a 24 o 35 euro escluse le bevande oppure piatti dagli 11 ai 18 euro), Polidor è un luogo d’arte dove si va per godere dell’atmosfera e fingersi un artista squattrinato alla ricerca del successo in una Parigi di fine secolo.
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