Questo articolo è stato aggiornato il Agosto 1, 2013
Un maitre che in realtà è un avvocato (e come tale viene apostrofato) e che rimane estasiato davanti a donne che mangiano il capretto con le mani (non ero io ovviamente…)
È anche cantante e compositore di musica tipica arbresh e conosce alla perfezione ogni piatto che serve nel suo ristorante.
Il prosciutto è di produzione propria e da quello che mi hanno detto era buonissimo. Io ho assaggiato tutto il resto e devo dire che non c’era affatto da lamentarsi.
Sto parlando del ristorante “Kamastra” che in dialetto albanese indica la caldera che si mette sul fuoco del camino per cucinare o scaldare l’acqua. Si trova al centro di Civita, all’interno di quella che era una vecchia filanda e che oggi invece accoglie “forestieri” e locali venuti fin quassù a provare la cucina tipica della zona. L’Ambiente è rustico me arredato con mobili appartenuti alla famiglia e bell luci soffuse.
Servono piatti della tradizione ma con un punto di modernità in più (soprattutto nella presentazione). Noi abbiamo provato cose dai nomi impronunciabili ma buonissime, come per esempio: “Strangùle me ‘nenez euml” ovvero Cavatelli alla ‘nenesa’ ( con ricotta ed un erbetta orticacea del Pollino); “Hullonj euml;ra me bakalla e mulikat” – ‘Piatto dei mietitori’, ossia tagliatelle al baccalà con mollicata (pane raffermo passato al tegame con pepe rosso).
C’era poi il capretto che a detta dei miei compagni era squisito. Ci sarebbe anche una foto a testimoniare il piacere di uno dei commensali ma, purtroppo, è andata perduta. La cantina poi, offre vini calabresi e del Pollino (quella della casa in genere in Calabria non lo trovo particolarmente buono, quindi non lo consiglio) e magari riuscirete anche a sentire Enzo Filardi intornare una canzone arbersh.
[vlcmap]