Questo articolo è stato aggiornato il Gennaio 7, 2014
Ho approfittato delle vacanze di Natale per andare a Caserta e visitare la splendida Reggia di Caserta progettata da Luigi Vanvitelli per i Borbone. Un luogo di incredibile bellezza e sfarzo, che non ha nulla da togliere – se non nella fruizione turistica – a noti palazzi come Versailles a Parigi o Schönbrunn a Vienna. Il periodo invernale non mi ha aiutato: il giardino era immerso in una sgradevole nebbiolina e la pioggia scoraggiava anche i più temerari nell’esplorazione.
La fruizione della Reggia è migliorabile secondo me, per esempio non esiste biglietto separato per la visita al palazzo e quella al solo giardino: chi resta due giorni e trova il maltempo, come me, potrebbe almeno frazionare la spesa (13.80 euro) in due tranches, senza dovere riacquistare un biglietto completo.
Ma comunque la Reggia è straordinaria e infinitamente grande e sfarzosa e dovrebbe essere visitata anche solo per capire di quale infinita bellezza ci si poteva circondare in passato, essendo sovrani con poteri illimitati. Per me allo stupore si è sommata la piacevole sorpresa di trovare, nelle infinite teorie di stanze degli appartamenti reali, un’esposizione permanente di arte contemporanea. Non me la aspettavo e non era molto segnalata; è stato il custode a dire che “se volevamo da quella parte c’è l’arte contemporanea”.
La mostra si chiama Terrae motus ed è frutto dell’attività di gallerista di Lucio Amelio, appassionato di arte contemporanea. La collezione Amelio è legata per lascito alla Reggia di Caserta e si trova qui dal 1994 (anno in cui Amelio morì) , per ricordare il terremoto che nel 1980 sconvolse le regioni Campania e Basilicata.
In 36 opere sono rappresentati i più importanti artisti internazionali contemporanei: da Julian Schnabel a Kounellis, da Barcelò a Rauschenberg, da Bufano a Pistoletto. Le opere sono esposte in sedici stanze tutte comunicanti, degli appartamenti settecenteschi; gli artisti sono raggrupati in base alla loro nazionalità.
L’accostamento fra lo stile neoclassico e le forme spezzate o geometriche degli artisti di oggi è forte ma molto suggestivo. Rompe completamente il fil rouge della Reggia, ma quelle immense tele che spesso sembrano gridare non potrebbero stare altrettanto bene da nessun’altra parte.
L’arte contemporanea non è facile e io non sono un’intenditrice: ma penso che tutti possano provare ad assorbire i messaggi lanciati dagli artisti di oggi tramite colore, materiali e forme.
La Reggia di Caserta è aperta ogni giorno tranne il martedì dalle 8.30 alle 19.30. Il giardino chiude seguendo il ritmo delle ore di luce (in questo mese, gennaio, alle 14.30)