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In Maremma, non solo mare: Castiglion della Pescaia

3 minuti di lettura
Maremma, non solo mare, tutti i percorsi che si possono fare in Toscana partendo da Castiglion della Pescaia, ecco i consigli e gli indirizzi per scoprire una terra incredibile in Italia.

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Questo articolo è stato aggiornato il Maggio 6, 2016

La Maremma ha mille facce, eppure c’è chi la conosce solo per le sue spiagge. Che certo sono belle e selvagge, con un mare cristallino che ogni anno si merita bandiere blu. Però la Maremma è fatta anche di un’entroterra da scoprire, non solo paesaggisticamente interessante ma anche connotato dalla sua storia più antica, legata alla cultura etrusca e dalla storia più recente, di quando i Lorena la bonificarono e iniziarono molteplici attività produttive in queste ampie zone che erano state infestate dalla malaria per secoli.

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Le proposte di oggi partono sostanzialmente da Castiglion della Pescaia, località balneare, prendendo nell’interno verso Vetulonia. Nel suo immediato retroterra la storia comincia a raccontare, perché fra campi coltivati, colline verdeggianti e filari di cipressi alternati a pini marittimi si intravedono gli specchi d’acqua della Diaccia Botrona.

Si tratta di una Riserva Naturale protetta e i cui accessi sono regolamentati: una grande zona paludosa fra la duna del mare e l’entroterra collinare, un Padule come si dice in Toscana che è stato regolamentato da Leonardo Ximenes nella seconda metà del Settecento su incarico del Granduca Pietro Leopoldo.

Lo scopo era debellare la malaria e garantire, attraverso un complesso sistema di canali e chiuse, la vita degli stagni. La Diaccia Botrona ha una natura intatta e offre rifugio a tanti uccelli, migratori e non, che transitano da questa parte di Maremma nelle loro rotte. Ci si può accedere a piedi da vari ingressi, ma il centro visite, che ha il cuore nell’edificio noto come Casa Ximenes, un edificio da sempre tinteggiato di rosso che funzionava da casello idraulico, è un vero e proprio museo del padule e si può visitare solo il fine settimana.

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Una passeggiata fra i canali e gli specchi d’acqua della Diaccia Botrona è comunque un’esperienza da fare: il silenzio regna incontrastato, il vento soffia fra le canne, l’acqua sciaborda e gli uccelli possono essere osservati, nascosti in appositi capanni di avvistamento. Anche l’acqua dei canali è piena di vita, pesci che nuotano o saltano fuori sono una normalità: un’esperienza abbastanza surreale se confrontata con le vivaci e affollate spiagge di Castiglione, che pure dista solo qualche chilometro.

Questi, invece, i costi per l’ ingresso al Museo: € 2,50; c’è la possibilità di fare il biglietto d’ ingresso al Museo + Escursione in barchino all’interno della Riserva Naturale Provinciale Diaccia Botrona: € 12,00 adulti; € 10,00 gruppi (oltre 10 persone), over 65; € 6,00 bambini da 4 a 12 anni.

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Proseguendo verso l’interno, salendo su una collina, si arriva alla cittadina di Vetulonia. La storia di questa che fu una delle più importanti città nel sistema delle dodecapoli etrusche è veramente affascinante. Oggi si presenta come un borgo addormentato e la sua storia ricorda un po’ quella della bella addormentata.  Soltanto nel 1880 un archeologo dilettante, Isidoro Falchi, riuscì a capire che la Vetulonia etrusca, di cui si era persa ogni collocazione geografica, fosse proprio il paese in cima alla collina che si chiamava Colonna di Buriano. Intestarditosi e deriso da tutti gli archeologi ufficiali, Falchi iniziò a scavare e Vetulonia risorse.

Grazie alla pervicacia di quest’uomo Vetulonia ha riscoperto il suo vero nome, ampi tratti della città antica, che oggi si visitano gratuitamente all’ingresso del paese nell’area archeologica.
Pannelli esplicativi spiegano come era composta la città, con le case, la strada ancora perfettamente lastricata e gli importanti ritrovamenti come la Domus dei Dolia, scoperta nel 2008, dove i dolia sono grandi orci di terracotta per conservare le riserve alimentari.

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Nel centro di Vetulonia si può vedere un tratto delle mura ciclopiche etrusche, che fungono da basamento a edifici medievali; sulla piazzetta di quella che era la scuola  è stato allestito un piccolo ma interessante museo, il Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi.
Oltre a raccontare la storia di Vetulonia, i suoi commerci, le sue progressive espansioni e poi restrizioni (fino alla scomparsa dalla coscienza comune) mette in mostra i tesori etruschi rinvenuti negli scavi di Maremma. Ma non solo, molti reperti sono stati portati dagli abitanti, oggetti che avevano trovato negli anni passati e che hanno deciso di mettere a disposizione della collettività, restituendoli al Museo.

Fra i pezzi più preziosi parti del fregio della Domus di Medea, le raffinatissime oreficerie, la stele di Auvele Feluske che grazie all’iscrizione permette di decifrare la lingua. Pur essendo piccolo, il museo offre un percorso tattile per ipovedenti. Il biglietto costa € 5,00 intero; € 2,50 ridotti. E dopo questo tuffo nella storia, a voi la scelta: la buona tavola di Maremma con i tortelli oppure un tuffo nel mare.

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Per Francesca le vacanze sono sempre e solo viaggi, c’è tanto da vedere! Adora conoscere luoghi, parlare altre lingue, assaggiare i piatti del posto: cosa c’è di più bello? La bellezza la circonda sempre perché vive a Firenze e la Toscana è una grande regione che condividerà con voi.
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