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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 7, 2014
Ci sono occasioni che capitano una volta nella vita e una di queste è avvenuta la scorsa settimana: un viaggio stampa all’isola penitenziario de la Gorgona in Toscana. Alle 8 di mattina ero già pronto nella hall dell’Hotel Touring a Livorno e con me tanti giornalisti della carta stampata. L’emozione era palpabile nell’aria anche tra chi organizzava l’uscita. Quasi una cinquantina di persone da imbarcare su una motonave privata, partenza alle 8.30 e con un tempo non proprio dei migliori.
Il motivo del viaggio stampa era la presentazione del Gorgona 2013, un vino bianco prodotto sull’isola con uve Vermentino e Ansonica targato Marchesi de’ Frescobaldi, blasonata cantina vinicola con oltre 700 anni di storia nel panorama enologico italiano e mondiale.
L’isola de la Gorgona, la più piccola dell’arcipelago toscano, dista 18 miglia nautiche dalla costa livornese e durante la traversata non sono mancati gli avvistamenti di delfini che sembrava quasi accompagnassero il nostro viaggio. Ad attenderci alla banchina dell’isola penitenziario uno stuolo di baschi blu, i secondini, molti dei quali abbiamo poi scoperto esser sardi. Su quest’isola i carcerati son liberi di muoversi dove vogliono e sono proprio alcuni dei detenuti ad occuparsi delle cantina, della vigna e delle varie attività agricole sull’isola.
Ancor prima di partecipare a questo viaggio sapevo che Frescobaldi nel 2012 stava curando un progetto enologico sull’isola, ma dopo aver colloquiato con i vari giornalisti, i detenuti e gli stessi Frescobaldi ne ho compreso la reale portata ed importanza, come i tanti illustri attori coinvolti: in primis Lamberto Frescobaldi, poi Carlo Mazzerbo direttore del penitenziario che ha coinvolto la maison vinicola, poi i sostenitori del progetto come il maestro Andrea Bocelli che ha firmato l’etichetta 2013 dedicando anche un testo, poi Giorgio Pinchiorri patron dell’enoteca Pinchiorri a Firenze. Il vino, il Gorgona di Frescobaldi, è solo il risultato finale di un progetto pluriennale che ha una grande valenza sociale. Ad oggi sull’isola è presente un solo ettaro di vigna posto su un terreno sabbioso a 60 metri di altitudine, in una sorta di anfiteatro naturale che lo pone al riparo anche dei venti.
Il progetto prevede ora l’ampliamento della vigna con un altro ettaro. Appena 2500 le bottiglie prodotte e 200 le magnum, tutte numerate. Ho avuto la fortuna di assaggiarne qualche calice ed ammetto che è un vino di questo tipo, servito fresco in una assolata isola Toscana ricca di significati come la Gorgona, ha veramente un suo perché.
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