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Giulia Eremita di Trivago, viaggiare col lavoro

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Questo articolo è stato aggiornato il Ottobre 10, 2013

Giulia Eremita, 27, Country manager per Trivago Italia.

Oggi dove vivi?
A Dusseldorf, Nord-Rhein Westfalia, Germania

Quando sei andata all’estero la prima volta?
Ero già grandina, avevo 20 anni e frequentavo i primi anni di Universita’. Ho coronato il mio sogno di vivere a Londra per un mese, ho seguito un corso base di inglese, ho conosciuto tante persone interessanti e diverse. Sono tornata a Londra a 24 anni, nel 2005, sono rimasta 7 mesi, ho lavorato nel classico bar per sopravvivere, ho fatto un corso di inglese e ho seguito un corso di giornalismo.

Esperienze professionali all’estero?
Solo quella attuale posso chiamarla esperienza professionale all’estero. Tutte le precedenti posso definire come escursioni. L’esperienza attuale e’ arrivata dopo un percorso lavorativo e di studio piuttosto travagliato in Italia. Una decisione matura, seguita da un pizzico di rischio e supportata da ottimismo e fortuna.

Oggi in Germania come si vive?
Mi sono trovata bene sin dal primo momento. Conoscevo Dusseldorf perché avevo seguito un corso di tedesco nel settembre 2007. Nessun italiano viene qui in vacanza. Ci si viene per lavoro, fiere, amici, parenti e fidanzati, l’impressione a prima vista è ottima, vivendoci è ancora meglio. Intelligente organizzazione degli spazi, grande vivibilita’, alto senso civico (da cui bisognerebbe imparare un po’ tutti), tanto verde, decoro urbano e un clima internazionale. Si ha della Germania e dei tedeschi un’immagine un po’ cupa, ma posso smentire a pieno. In Germania si sta bene.

La cosa più difficile all’estero?
Sicuramente in Germania, la lingua. Il tedesco, per chi non l’ha studiato, è molto difficile. Non si impara per strada. Avevo questa idea un po’ romantica della lingua che si apprende nel quotidiano, ma non è cosi’. Chi viene in Germania deve fare un ottimo corso intensivo per 3-4 mesi. E’ importante avere dei rudimenti di grammatica su cui costruire e ampliare il vocabolario. A parte questo, chi va all’estero deve prepararsi: ovviamente, non si mangia come in Italia, ma ognuno di noi è in grado di farsi un piatto di pasta in qualsiasi parte del mondo si trovi, no? Difficile per un italiano conservare le cattive abitudini come saltare le file, attraversare col semaforo rosso, arrivare in ritardo ad un appuntamento, dire vediamo o chissa senza fissare una data precisa.

La cosa più facile all’estero?
Conoscere le persone, fare gruppo, organizzarsi per esplorare la città. All’estero si è più ricettivi verso l’ambiente che ci circonda e più attenti verso le novità. Almeno per me è così e mi capita di esprimermi al meglio quando sono all’estero. Sono piu’ curiosa e aperta, sono piu’ interessanti gli altri. Le differenze sono uno spunto per socializzare meglio e di più.

Dov’è la tua casa a Dusseldorf?
Vicino all’ufficio da qualche mese. Ho risparmiato nelle distanze giornaliere, ma ci ho rimesso in divertimenti. L’area in cui vivo è a sud di Dusseldorf, un’area ghetto-dormitorio, un po’ soporifera. Tutte le principali attrazioni sono lontane. Prima vivevo in pieno centro. Presto ritornerò li’: ogni città si vive meglio se si sta nel cuore e si può girare a piedi.

Raccontaci una giornata tipo
Mhmmm… credo che sia un po’ monotona. Mi sveglio tardi (questo il lato positivo di avere l’ufficio a due passi), tipo alle 8.15, attacco al lavoro alle 9. Faccio colazione in ufficio con il caffè lungo (ebbene, si’, mi sono convertita) e stacco per un’ora alle 14 quando non riesco più a concentrarmi per la fame. A sera finisco alle 18.30 circa, dipende dalle giornate. Il lunedì vado in palestra, il martedì seguo spagnolo, il mercoledì in genere non esco e vado a correre, il giovedì ci puo’ essere una birra con gli amici dopo il lavoro e un film, il venerdì è di rito uscire a cena per poi fare un giro nei locali dell’Altstadt di Dusseldorf.

Una festa della città in cui sei stata da consigliare?
Ce ne sono tante. Dusseldorf è una citta’ molto festaiola. Rosemontag, è una festa del lunedì di Carnevale quando nelle vie del centro si svolge una lunghissima parata di carri e maschere e vengono regalati a tutti kg di caramelle e gadget. Japantag, quest’anno il 13 giugno, è la giornata dedicata al Giappone e alla numerosa communità nipponica di Dusseldorf. Il comune in questa giornata non bada a spese. Spettacolari i fireworks e l’evento organizzato nella Burgplatz. Weihnachtsmarkt, sono i mercatini di Natale, una tradizione.

Un piatto tipico da consigliare?
A me piacciono le Brezel calde. Non sono un’amante dei piatti a base di carne, per cui la mia conoscenza dei piatti tedeschi è molto limitata. Per chi viene a Dusseldorf, consiglio il Sushi nella Immermanstrasse e per chi vuole assaporare piatti tipici una bella zuppa di verdure di kartoffeln e zwiebel (patate e cipolle) in una delle numerose Brauhaus del centro. Il consiglio in più: Brauerei im Füchschen.

Un locale da consigliare o una discoteca?
Innanzitutto consiglio di bere un Alt o Pils allo Schaukelstühlchen o all’Uerige. Poi per ballare o ascoltare un po’ di musica, il club Pretty Vacant per chi ama l’electopop, rock e disco punk. Lo Stone per il rock alternativo e il Q-Stall per il rock anni 50-70, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

La cosa più costosa all’estero?
Rispetto all’Italia, i trasporti. Se non fai l’abbonamento e prendi il biglietto all’ultimo minuto paghi tre volte in più. E’ molto piu’ costoso anche andare dal parrucchiere o iscriversi in palestra.

La cosa più low cost all’estero?
La birra e i locali. Si spende molto meno che in Italia e ci si diverte di più. Costano meno anche le scarpe e l’abbigliamento in generale.

Perché scegliere la Germania oggi?
Oggi perché sul fronte lavorativo (e della metodologia) ha ancora molto da insegnarci. Perché il percorso lavorativo è più chiaro e lineare. Perché ancora i meriti contano.

Una cosa positiva dell’esperienza?
Sto imparando ad essere piu’ organizzata e ordinata e mi entusiasmo per un raggio in più di sole.

Una cosa negativa dell’esperienza?
Gli amici, i parenti, il mare e le spiagge sono lontani. E il prezzemolo non ha sapore ; )

La consiglieresti a un amico la tua esperienza o la rifaresti?
Consiglio a tutti di non perdere tempo e investire sulle lingue all’estero. Viaggiare, prendere tutte le esperienze coerenti o incoerenti col proprio percorso di studi che portano all’estero e sperimentare. Non perché sia per forza meglio l’estero dell’Italia, ma perché lavorare in contesti diversi arricchisce il bagaglio di esperienza. Trivago è la più grande community europea per viaggiatori. Sei anche tu una viaggiatrice? Alla mia laurea ebbero tutti la stessa idea e mi regalarono 7 valigie. Sapevano che avrei viaggiato molto. Dopo la laurea per un anno ho lavorato nella mia città d’origine a Olbia e negli ultimi 4 anni ho dovuto ricomprarmi un nuovo set di bagagli per affrontare 8 trasferimenti. Oggi il mio lavoro mi porta a fare soprattutto un lavoro di ufficio, ma ogni fine settimana scappo nei dintorni e una volta al mese faccio un lungo weekend da qualche parte.

Il viaggio più bello che hai fatto?
Il viaggio piu’ bello è sempre quello che viene dopo.

Tornerai a lavorare in Italia?
No, per ora non ci penso, il mondo è talmente grande. Si può essere molto italiani, attaccati alle proprie radici e contribuire all’italianità anche vivendo in un altro Paese. Poi, per ogni problema o nostalgia, prendo l’aereo e sono con la mia famiglia e gli amici.

Come viaggiatrice fino a che punto credi siano utili le community e i siti di viaggio?
Sono importantissimi. Community internazionali come trivago ti aiutano nella pianificazione dei viaggi, a partire dall’idea della destinazione fino allo scambio di informazioni per arrivare alla comparazione dei prezzi. Secondo me si evitano tanti rischi e ci si fa un’idea meno patinata dei posti che andremo a visitare. I portali di recensioni di viaggi sono un’unica, inesauribile e indipendente risorsa di informazioni.

Hai mai organizzato un viaggio partendo proprio dal web?
Sto andando a Madrid con due amiche e abbiamo prenotato una tripla a 68€ a notte in pieno centro. Non credo ci sarei arrivata mai se non grazie al web. Per quanto riguarda le altre informazioni di viaggio sul web, quando vado in un posto se non ho un’idea precisa vedo sempre su trivago. So quanta fatica c’è dietro al portale e mi fido delle informazioni che abbiamo. Poi ogni viaggio è unico e seguo sempre l’ispirazione del momento.

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