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Sicilia orientale, alla ricerca delle Cube bizantine

3 minuti di lettura
Una gita nella Valle dell'Alcantara, alla scoperta di importanti costruzioni bizantine legate all'architettura sacra: pronti per scoprire la Sicilia orientale?

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Questo articolo è stato aggiornato il Gennaio 8, 2019

La Sicilia, isola al centro di tutto, terra d’approdo, di diversità, calderone di mescolanza di popoli e culture. Per la sua strategica posizione nel cuore del mondo, fece da campo di battaglia alle truppe dell’Impero Romano d’Occidente e quello d’Oriente per poi annettersi a quest’ultimo nel 535 e divenire parte dell’Impero Bizantino.
In Sicilia orientale – in particolare – nei pressi della Valle dell’Alcantara, rinvengono i resti di importanti costruzioni bizantine, prettamente legati all’architettura sacra, dette Cube.

Cosa sono le Cube

Le Cube sono edifici religiosi dalle linee essenziali, la maggior parte caratterizzate principalmente da una pianta quadrata/rettangolare e uno schema a trifoglio cioè con tre absidi (tricore) o da una pianta rettangolare ad unica navata e, spesso, una cupola centrale.
Proprio dalla presenza della cupola deriverebbe secondo molti il loro nome: qubba, infatti, in arabo sta a significare cupola. Secondo altri, invece, il nome potrebbe derivare dalla loro forma di cubo e
in questo caso dal termine arabo cupah, cubo.

Tuttavia l’etimologia del termine è ancora incerta in quanto non tutte le cube bizantine sono a forma di cubo né proprio tutte hanno una cupola.
Nonostante le poche notizie circa questi edifici, le cube meritano di essere visitate almeno una volta.

Dove si trovano

Le principali e anche più integre Cube si trovano nei pressi di Randazzo (CT), Malvagna (ME) e Castiglione di Sicilia (CT).

Il nostro mini tour avrà come punto di partenza Piazza Loreto di Randazzo (CT).

Tre Cube visitabili

Andremo a scoprire tre delle Cube bizantine visitabili e facilmente raggiungibili ovvero la Cuba di Imbischi a Randazzo, quella sita a Malvagna e per finire la Cuba di Santa Domenica a Castiglione di Sicilia.

La prima meta dista circa 12 minuti in auto dal punto di partenza. Attraverseremo la SS120/ Via Giuseppe Bonaventura, supereremo il bivio di Santa Domenica e preseguiremo fino ad imboccare a sinistra la SP89 verso Mojo Alcantara per circa 6 km. La nostra destinazione si troverà sulla
sinistra.

1. La Cuba di Imbischi

La Cuba di Imbischi è situata su un ciglione del fiume Alcantara ed è caratterizzato da una pianta rettangolare e un’abside. Della Cuba, quasi sicuramente ad unica navata, si conservano il
muro settentrionale e l’abside prima citata; tutto il resto è andato perduto.
L’abside è composto da conci di pietra lavica e la sua fronte è formata da un ampio arco a tutto sesto composto anch’esso da blocchi di pietra lavica.

Dopo la prima visita prenderemo da qui la SP2 per poi prendere la seconda uscita alla rotonda verso la SP3. Imboccheremo poi la Via Vanella Mojo che percorreremo per circa un km fino alla nostra seconda destinazione che si troverà sulla destra.

2. La Cuba Tricora di Malvagna

La Tricora di Malvagna è una cella dalla base quadrata sulla quale ai lati sono presenti tre absidi semicircolari sormontate dalla cupola realizzata con blocchi di monice. La cupola, invece, è formata da undici filari di blocchi di lava ricoperti da malta; i muri da blocchi calcarei. Il vano interno
accoglie la luce proveniente dalle due finestre situate sopra gli arconi delle absidi.

Finita la nostra seconda visita, torneremo indietro lungo la Via Vanella Mojo e seguiremo la SP1 fino a prendere Contrada Nemmi/Str. del vino dell’Etna. Troveremo lungo il tragitto la segnaletica che ci porterà alla Cuba di Castiglione di Sicilia.

La Cuba di Santa Domenica di Castiglione di Sicilia

La Cuba di Santa Domenica è diventata Monumento nazionale dal 31 Agosto 1909. Si presenta a croce greca con pianta quadrata, cupola e tre absidi (chiesa a trifoglio). L’abside posteriore ha una bifora rivolta verso oriente affinché durante la veglia Pasquale la luce della luna, entrando attraverso l’apertura, desse inizio alla Pasqua. Le altre due absidi contenevano una piccola cappella ognuna.

La Cuba costruita con pietra, blocchi lavici, malta e cotto, era ricca di affreschi oggi perduti. La facciata ha due ordini. Nel primo vi è l’ingresso principale che è caratterizzato da un arco. Nel secondo ordine si trovano invece due finestre e una trifora, oggi rovinata. Secondo alcuni studiosi la facciata sarebbe stata preceduta da un portico mentre il tetto e la pavimentazione sarebbero stati in cotto.

Nell’interno delle tre navate divise da una serie di pilastri, la cupola è arricchita da volte a crociera e da tracce di intonaci originali. La Cuba, restaurata parzialmente nel 1959, è stata utilizzata per lo più come ovile ed è uno degli esempi più importanti delle chiese a cupola.

Oltre a queste Cube principali, ve ne sono altre due di minore importanza: la Cuba di Santa Anastasia e quella di Jannazzo nei pressi di Randazzo.

La Cuba di Santa Anastasia a Randazzo

Di questa Cuba si conseva solo l’abside principale e parte dei muri laterali. Probabilmente era abbastanza grande e a tre navate con copertura in legno. Allo stato attuale la Cuba è ridotta ad un rudere ricoperto da edera e dunque è impossibile ricostruire esattamente la pianta originale.

La Cuba di Jannazzo tra Randazzo e Castiglione di Sicilia

È la Cuba meglio conservata e possiede una pianta basilicale a navata unica, ma è stata restaurata e adattata a fabbricato agricolo compromettendo quindi l’aspetto originale. Può essere definita la Cuba dimenticata perché pochi sono gli studiosi che hanno posto su di essa attenzione e che quindi l’hanno studiata seriamente.

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Informazioni sull'autore
Spesso è molto difficile scrivere di sé, soprattutto per quelli che, come me, non amano troppo farlo. Spesso, però, è altrettanto molto importante provarci affinchè il mondo possa sapere di te. Mi chiamo Chiara e ho 21 anni. Sono nata a Catania e vivo in un paesino medievale ai piedi dell’Etna, Randazzo, che amo. Ho frequentato il Liceo Classico del mio paese e ne sono molto orgogliosa perché quella scuola è stata fondamentale per la mia crescita e per la formazione del mio carattere, mi ha trasmesso l’amore per la scrittura e la curiosità di sapere sempre e pormi continuamente domande. Mi piace l’arte e la letteratura, la musica e la natura. Amo scrivere e il mio sogno nel cassetto è riuscire a raccontare e descrivere in una sorta di “diario di bordo” tutti i luoghi del mondo.
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