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Gita al Lago Maggiore, visita alla Rocca di Angera

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La visita alla Rocca di Angera, sul Lago Maggiore, in Lombardia. Tutti gli orari e il costo per arrivare e visitare la Rocca di Angera e il Museo della Bambola e del Giocattolo al suo interno.

Questo articolo è stato aggiornato il Marzo 31, 2017

Chi fosse alla ricerca di una destinazione originale per una gita di primavera dovrebbe considerare certamente una visita alla Rocca di Angera, protagonista di tanti suggestivi scatti paesaggistici dei visitatori di Arona, sulla sponda piemontese del lago Maggiore. A differenza della Rocca occidentale di Arona, quella sulla sponda opposta infatti si erge ancora maestosa sullo sperone di roccia che domina la cittadina a testimonianza del potere delle grandi casate che hanno controllato il lago nel medioevo e nell’età delle signorie.

Questa posizione, ottima per avere un controllo ampio del lago, nello stretto passaggio meridionale, era già stata scelta dai romani molti secoli prima per la costruzione di un forte militare, del quale però non abbiamo alcuna traccia: ciò che si può visitare oggi è invece il risultato del totale rifacimento di XII secolo, voluto dalla famiglia Visconti originaria del Verbano (e giunta a Milano solo dopo aver sconfitto il potere locale dei Torriani).

Oggi la Rocca è di proprietà della casata Borromeo e aperta al pubblico da marzo a ottobre, dalle 9.30 alle 17.30 (orari e giorni di chiusura sono però soggetti a variazioni).
Ingresso: € 9,50 adulti; € 6,00 ragazzi.

Come arrivare alla Rocca di Angera

L’Autostrada più vicina è la Milano-Laghi (A8/A26), l’uscita più comoda quella di Sesto Calende (a ca. 13 km dalla Rocca di Angera).

Cosa vedere alla Rocca di Angera

All’interno delle suggestive sale della Rocca è allestito dal 1988 un museo unico nel suo genere in Italia e tra i più suggestivi della categoria in Europa. L’idea del Museo delle Bambole nacque dalla volontà di esporre un primo nucleo di bambole di storica proprietà della famiglia Borromeo, al quale negli anni si sono aggiunti altri giocattoli provenienti da diverse regioni e da diversi paesi del mondo, ad oggi sarebbe quindi più corretto definirlo il Museo della bambola e del Giocattolo, con una sezione dedicata a quelli di provenienza straniera e una nuova ala riservata agli automi.

La visita alla collezione permette quindi di godere di un duplice percorso: da un lato la passeggiata tra le storiche stanze (l’ala Viscontea, più antica, l’ala Borromeo, affacciata sul lago, cucine, saloni cerimoniali e ambienti privati), dall’altro il percorso espositivo, organizzato secondo criteri cronologici e geografici che permettono di raccontare cosa fosse un giocattolo all’inizio del ‘700 e quale fosse il rapporto tra il gioco e l’arte di chi lo fabbricava.

Da segnalare anche “La Stanza del collezionista”, vera e propria ricostruzione di un tipico salotto francese, ricco di oggetti curiosi e rari, dipinti e sculture ma soprattutto vestiti per bambini, in un’esposizione che ripercorre l’evoluzione e le tendenze per l’abbigliamento infantile fino a metà del secolo scorso.

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Informazioni sull'autore
Sostenitrice del “bagaglio a mano sempre e comunque”, adora viaggiare leggera. Ha un debole per i paesaggi mediterranei, per la birra austriaca e per gli itinerari culturali. Archeologa di formazione, lavora oggi a Milano come guida turistica ed educatrice museale, ma ama uscire spesso dal traffico cittadino per lunghi percorsi in moto con Simone. Amante della natura, dell’arte e della buona cucina definisce il Viaggio “il suo unico vizio”.
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