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Museo Nazionale Alto Medioevo
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Il Museo dell’Alto Medioevo all’EUR

3 minuti di lettura
Il Museo dell'Alto Medioevo dell'Eur di Roma è un museo che vale la pena di visitare e in cui non troverete mai troppe persone. Qui si trova anche la Domus di Porta Marina trovata a Ostia nel 1949.

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Questo articolo è stato aggiornato il Maggio 12, 2021

Immaginate di stare passeggiando tra le metafisiche architetture dell’EUR, il quartiere a sud di Roma fortemente voluto dal Governo Fascista per la celebrazione dell’Esposizione Universale.

Nel camminare fra gli archi bianchissimi, poco distanti dalla fulgida Stele Marconi dedicata al grande scienziato italiano, notate i manifesti collegati al MUCIV, il Museo delle Civiltà. Incuriositi, decidete di acquistare il biglietto cumulativo e di andare a visitare il Museo dell’Alto Medioevo, desiderosi di scoprire cosa potreste trovare al suo interno.

Porta Marina

La prima sorpresa è che il museo sarà, tendenzialmente, completamente privo di visitatori. Sebbene l’Alto Medioevo sia un periodo storico assai interessante e fondamentale per lo sviluppo di Roma e dell’Italia intera, esso tende a non attirare particolarmente l’attenzione del pubblico. Ci sarete voi, il personale della biglietteria, le teche contenenti esemplari artistici longobardi, carolingi e altomedievali. Corredi funebri, oreficeria, frammenti di tessuti e mosaici monocromativi riempiranno ogni singola vetrinetta di questo piccolo Museo.

Obiettivamente, potreste rimanere un po’ delusi da un’esposizione un po’ “vecchio stile”, ferma ancora agli anni Settanta, con piccole didascalie sul fondo di ogni oggetto. Vi chiederete perché mai abbiate scelto di effettuare questa visita, e perché si sia deciso di scrivere questo articolo. Il motivo è presto detto: la più grande sorpresa del Museo è infatti dietro l’angolo.

La Domus di Porta Marina

Nel 1949 a Ostia Antica, nei pressi della cosiddetta Porta Marina, venne ritrovata un’intera domus romana di epoca tardo antica (databile, grazie ai ritrovamenti di alcune monete nella malta, alla fine del IV secolo d.C.).
Seppure estremamente complessi, gli scavi rivelarono un dettaglio sorprendente: l’aula appena scoperta, con ogni probabilità, non era mai stata abitata, poiché non venne ritrovata alcuna pavimentazione e poiché, fra le macerie, vennero ritrovati persino alcuni strumenti da cantiere. In aggiunta a ciò, crollò anche il bel soffitto a mosaico (alcuni resti si trovano nelle teche museali), salvaguardando la Domus di Porta Marina anche dai canonici saccheggi marmorei tipici del Rinascimento e del Barocco.

Domus Porta Marina

L’esposizione museale è particolarmente esaustiva: oltre alle iconiche fotografie degli scavi, è presente una larga vetrina contenente le singole tipologie di marmo adoperate per la decorazione delle pareti, in modo da permetterne l’identificazione e l’analisi delle caratteristiche (durezza, brillantezza, origine, costo). Ciò è particolarmente importante, considerando che l’intera aula era interamente rivestita in opus sectile.
L‘opus sectile era una decorazione, pavimentale o parietale, estremamente costosa e raffinata, sviluppatasi nell’Antica Roma fin dai tempi della Repubblica e poi diffusasi enormemente durante l’Impero Romano.

Le pareti venivano rivestite assemblando marmi diversi per colore e provenienza, realizzando così una decorazione che poteva essere geometrica o artistica. Una volta segati i marmi nelle forme e dimensioni prescelte, questi venivano piazzati su un piano di lavoro ed assemblati al rovescio, fissando assieme i singoli frammenti con piccoli elementi di terracotta. A quel punto, una volta create le lastre (dette crustae), esse venivano posizionate sull’intonaco fresco.

L’aula in opus sectile

Quando, dopo essere stati introdotti agli scavi della Domus, percorrerete il breve corridoio per ritrovarvi di fronte all’aula perfettamente ricreata all’interno di un’apposita sala del Museo dell’Alto Medioevo, resterete letteralmente senza fiato. Gli scavi, infatti, terminarono nel 1966, ma fu solo nel 1999 che si decise di collocare tutti i pannelli marmorei perfettamente restaurati all’interno di questo Museo, ben lontano dal caos turistico della città, elaborando uno straordinario allestimento.

Museo Nazionale Alto Medioevo

Di fronte a voi si estende una grande sala, lunga quasi sette metri e mezzo e larga sei metri e mezzo (senza contare l’esedra, decorata con motivi a scacchiera), completamente rivestita di marmi policromi con disegni geometrici, misteriosi individui, animali che lottano e fregi floreali. Stiamo parlando dei materiali in assoluto più costosi fra quelli reperibili all’interno dell’Impero Romano nel IV secolo d.C.: fra di essi spiccano il dispendiosissimo porfido rosso egiziano, il serpentino verde proveniente dalla Grecia ed il marmo giallo antico scavato in Tunisia.

Le decorazioni

Tra le mirabili decorazioni, due in particolare hanno attirato l’attenzione degli archeologi e degli studiosi.
Nel IV secolo d.C., la tecnica dell’opus sectile aveva raggiunto livelli qualitativi altissimi. Le due mirabili scene di lotta, con il grande felino ad azzannare la preda, trovarono immediati riscontri con una decorazione simile, oggi esposta ai Musei Capitolini di Roma, e proveniente dalla cosiddetta Basilica di Giunio Basso, anch’essa databile al IV secolo, a dimostrazione di come le maestranze fossero assai esperte in questo tipo di componente artistica.

La più misteriosa delle decorazioni della Domus di Porta Marina riguarda però una coppia di figure, due busti raffiguranti da un lato un giovane nobile e dall’altro un adulto con barba, capelli lunghi ed un’aureola attorno alla testa. Proprio questa seconda figura ha scatenato una serie di tesi riguardanti la possibilità che l’uomo raffigurato fosse niente meno che Cristo nell’atto di benedire; in realtà, studi recenti hanno permesso di identificare nel soggetto rappresentato un filosofo neoplatonico, poiché simili raffigurazioni erano assai comuni nelle domus del medesimo periodo, ad esempio in Grecia.

Terme Porta Marina

Fermatevi, nel silenzio della sala, ad ammirare questa aula. Il fato ha voluto che il suo proprietario non potesse godersela nella sua completezza: spetta oggi al Museo dell’Alto Medioevo di Roma l’arduo compito di raccontarcene il fasto, dando una nuova vita all’antica lussuosa dimora.

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