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4 cose da evitare nell’enigmatica Budapest

2 minuti di lettura
Budapest è una città enigmatica, bella ma per mia esperienza personale con qualche piccolo problema che si può facilmente evitare, anche seguendo questi piccoli consigli.

Questo articolo è stato aggiornato il Agosto 3, 2015

Trovo che Budapest sia un’enigmatica città dell’est Europa molto in bilico tra passato e presente, con le ferite ancora scoperte e le proprie bellezze moderne da vantare. Ci sono cose, create a misura di turista, che sconsiglio di fare o visitare. Sono quelle assolutamente da evitare se avete poco tempo da dedicare alla città: se siete di passaggio o se ci andate per soli uno o due giorni è meglio evitare di perdere tempo e rimanere delusi!

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Trasferimento in aeroporto

  1. Il trasferimento aeroporto città non fatelo con lo shuttle-bus. Wizzair vi propone un bus comodo e organizzato da prenotare in contemporanea con l’acquisto del biglietto aereo, o comunque prima della partenza, al modico costo di 10 euro a tratta. Diciamolo: sono un po’ tantini! Io avevo speso 20 euro a/r da Milano quindi mi sono fatta venire il dubbio e ho cercato alternative direttamente sul sito dell’aeroporto di Budapest. C’è l’autobus cittadino numero 93 che con poco più di 1 euro vi porta al capolinea della metropolitana Kobánya-Kispest alla quale avete accesso con lo stesso biglietto (io ho optato per il giornaliero a meno di 5 euro). Lo si prende alla pensilina di fronte all’uscita del T1, si pazienta una manciata di fermate, non più di cinque o sei e si cambia con il treno che arriva direttamente alla centralissima stazione di Deák Ferenc Tér e omonima piazza di Pest.

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La funicolare

  1. La Funiculare, il cui nome mi rimandava mentalmente alla salita al Mont Juic a Barcellona, è un fiasco totale (ovviamente secondo la mia personalissima esperienza). La tratta a salire al colle di Buda è brevissima, il transfer dura meno di un minuto, il costo del biglietto equivale a circa 5 euro ed è totalmente sproporzionato rispetto ai costi dei trasporti cittadini, le code per l’accesso alla biglietteria e alle cabine di risalita sono infinite e non giustificate dall’esperienza successiva. Meglio percorrere il sentiero pedonale che, attraverso il parco, sale al colle di Buda e arriva direttamente al Palazzo Reale.

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Bastione dei Pescatori

  1. I Bastione dei Pescatori. Questo è uno dei monumenti che più mi è piaciuto di Budapest: un mix tra templi orientali e fortezza cittadina in marmo bianco. E’ un luogo di affaccio diretto dalla collina di Buda al sottostante centro di Pest e al lungo Danubio, offre una vista meravigliosa e panoramica, ma non vale assolutamente la pena acquistare il biglietto di ingresso alla camminata sul livello superiore del bastione. A tratti il bastione è accessibile liberamente, alcune logge e molte volte sono aperte a tutti; inoltre, un bar è presente sull’ultima torretta e non ha limitazioni d’accesso, così come l’ultima terrazza che appartiene allo stesso bar; da lì un breve tratto superiore è addirittura percorribile.

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Galleria Nazionale Ungherese

  1. La Galleria Nazionale Ungherese, che si trova nel Palazzo Reale di Buda, ospita numerose opere d’arte ungherese dal Medioevo a oggi, ma, a meno che siate grandi appassionati del percorso artistico nazionale o particolarmente interessati a conoscere nel dettaglio le opere di artisti locali seppur non abbiano avuto risalto nazionale, potete tranquillamente evitare di visitarla. Il tempo e i soldi risparmiati qui li reinvestirete nella visita della vicina Chiesa di San Mattia, dunque sempre a Buda in prossimità del Bastione dei Pescatori, oppure considerate di entrare nella Grande Sinagoga, terza al mondo per dimensione e emblema culturale della città.

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Informazioni sull'autore
31 anni, radici lombarde e una goccia di sangue austriaco nelle vene. Coordina la corporate communication delle filiali estere dell'azienda per cui lavora ed è in viaggio una decine di giorni al mese. Sa che la sua vita non potrebbe essere altrimenti. Ha una passione spiccata per i viaggi vissuti come apertura verso luoghi e culture che vanno a comporre inevitabilmente anche la sua. Ha un sogno nel cassetto: scrivere e raccontare di viaggi come opportunità per i più, a testimonianza che il viaggio e le sue emozioni possano davvero essere per tutti.
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