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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 15, 2016
Il Sinis è una delle regioni storiche della Sardegna. E’ sorprendente: ricca di tesori culturali e di spiagge uniche al mondo. In questo articolo andremo ad approfondire il tema delle spiagge e la sabbia di cui sono formate. Ma basta con le anticipazioni e scopriamole insieme.
Sulle coste occidentali dell’isola, più o meno al centro, si apre il golfo di Oristano e nell’istmo a nord si estende l’insediamento fenicio e successivamente romanico di Tharros. Se volete visitarlo, e ve lo consiglio, considerare che la durata della visita del sito dipenderà da voi, potrebbe durare da mezz’ora a molte ore, dipende soprattutto se prenderete parte al gruppo per fare la visita guidata (ve la consiglio perché c’è veramente tanto da vedere). Poco lontano dal sito, nella piccola cittadina di San Giovanni di Sinis troverete i servizi essenziali come ristoranti, bar e punti di informazione oltre che una chiesa paleocristiana risalente al VI secolo.
L’istmo è la parte più meridionale del Sinis, che si estende più a nord e comprende zone pianeggianti e lagunari alternati a piccoli rilievi che non superano il centinaio di metri. Alle falesie calcaree a picco sul mare di Capo San Marco si alternano spiagge lunghe chilometri lambite dal forte vento che le modifica in base a forza e direzione. Le più famose sono: Mari Ermi, Maimoni ed Is Arutas.
Sorvolerò sulla limpidezza delle acque e i colori sgargianti delle acque antistanti perché sono elementi sottintesi, ma la caratteristica principale di questi litorali è la sabbia. Generati seicento milioni di anni fa dall’isola di Mal di Ventre (isola di fronte alle coste del Sinis) sono i granuli di quarzo a fare i protagonisti.
Il bianco e grigio del quarzo; il rosa e l’arancio del feldspato; il verde della malachite e il nero della biotite e tanti altri. Sono questi i colori dei granelli arrotondati e levigati dagli agenti che compongono queste spiagge. La più famosa è sicuramente Is Arutas, che d’estate è letteralmente presa d’assalto da turisti e residenti; attrirati da questa caratteristica sabbia molto attraente. Talmente attraente che è la sabbia più rubata della Sardegna (vi ricordo che rubare sabbia, rocce, minerali è un reato penale) quindi mi raccomando foto sì, souvenir in bottiglietta no! A prescindere dalle dovute raccomandazioni, Is Arutas dispone di un ampio parcheggio, docce, servizi bar ed è facilmente raggiungibile da Cuglieri e Cabras.
Is Arutas è lunga poche centinaia di metri ma il litorale del Sinis è bordato di spiagge meno turistiche e quindi, meno frequentate. Ma meno turistiche non vuol dire meno belle, e anzi, se siete in cerca di tranquillità, altri litorali come Maimoni fanno al caso vostro. E’ una spiaggia di quarzo bianco lungo km con alle spalle imponenti dune e noterete piacevolmente che le costruzioni umane sono praticamente assenti!
Per tutelare questa delicata zona di terra e di mare, è stata istituita l’Area marina protetta del Sinis e dell’Isola di Mal di Ventre. Occupata in molteplici settori, dall’educazione ambientale allo sviluppo sostenibile delle attività umane e turistiche, potete visitare il loro sito per avere più informazioni sulle attività o per approfondire.
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