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Glockenspiel di Monaco: il carillon di Marienplatz

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A Monaco, in Marienplatz, si trova il famoso Glockenspiel, il carillon più bello della Germania, che suona solo in determinate date e orari. A Monaco si trovano poi tantissime similitudini con la città di Napoli.

Questo articolo è stato aggiornato il Novembre 14, 2014

Monaco a tutta birra? Sì e non solo. Pensando a Monaco la prima cosa che viene in mente è l’Oktoberfest. E sia. Ma poi?
Poi il pensiero va alla Baviera, regione della Germania di cui Monaco è capoluogo. E sia. Ma se vi dicessi che a Monaco ho trovato un po’ della Napoli dei Quartieri, mi credereste?

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La Monaco che ho vissuto è un po’ Baviera, un po’ no. E’ una sorta di ponte tra modernità e tradizione. La stessa architettura della città ne è testimone. Moderna, modernissima in periferia. Baviera in pieno centro storico. Dall’avanguardistico Schlauchboot, il nuovo stadio dell’Allianz Arena in cui si allena il Bayern Monaco, che deve il nome alla sua particolare forma di “gommone”, si passa a vedere, in una manciata di chilometri, la Baviera più vera che trova il suo cuore in Neue Rathaus, definito da Guglielmo II “Il più bel municipio del Paese”. Il Neue Rathaus, sito in Marienplatz, sulla facciata principale ospita il Glockenspiel, il più grande carillon della Germania.

Spostandosi per Monaco in metropolitana, scendendo alla fermata di Marienplaz e riemergendo dalle profondità della metro, ci si ritrova direttamente di fronte al Glockenspiel. Alle ore 11, alle ore 12 e nei mesi da marzo ad ottobre anche alle 17, si può godere di uno spettacolo gratuito a cielo aperto unico al mondo. Il carillon è disposto su due piani e si aziona secondo un cerimoniale preciso. Prima suonano le campane che scandiscono l’ora, poi partono i personaggi del piano superiore che inscenano il matrimonio di Guglielmo V, successivamente quelli del piano inferiore con la danza dei bottai, terminando con il canto del gallo dorato, posto alla sommità del carillon, che muove la testa e sbatte le ali tre volte.

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Pochi però sanno che, a meno di cento metri da Marienplatz, si trova la Chiesa di St. Peter, la parrocchia più antica di Monaco, al cui interno troneggia lo sfarzoso altare maggiore che si ispira a quello realizzato dal Bernini, a Roma, per la Basilica di San Pietro. Salendo sul campanile si St. Peter si può godere di una vista panoramica di Monaco e delle Alpi. La chicca di questa chiesa è però sita nella cappella della navata sinistra, dove si trovano le spoglie di una Santa Mundizia che, sconosciuta al grande pubblico, pare sia la protettrice delle donne sole. E’ da Santa Mundizia che le donne di Monaco si recano per chiederle di intercedere affinché possano trovare un buon marito.

Un po’ come succede nella Chiesa di San Raffaele a Materdei, in quel di Napoli, in cui è usanza andare a baciare il pesce di San Raffaele per trovare marito o per avere figli. Sì, ma non siate maliziosi. La consuetudine affonda le sue radici nel mare, simbolo di fecondità, e nella iconografia ecclesiastica ufficiale che vuole San Raffaele rappresentato con una sorta di cesta in cui è contenuto un pesce. Da qui l’usanza, un po’ seria un po’ burlesca, di esporre il Santo il 24 ottobre di ogni anno, in occasione del ricorrere della sua festività, giorno in cui le giovani donne si recano a baciargli il pesce e a chiedergli la grazia.

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Monaco come un ponte, dunque.
Ponte tra tradizione e modernità.
Ponte tra la Germania e l’Italia.
Una città di Baviera che guarda Roma con ammirazione e coltiva riti folcroristici molto vicini a quelli della più antica Napoli dei Quartieri, senza però trascurare di proiettarsi al futuro con le sue moderne opere architettoniche. E’ questa la Monaco che io amo.

Foto di Roman BoedweisserstierRichard HoweDan Nevill

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Informazioni sull'autore
28 anni, studentessa di Medicina e Chirurgia, vive in provincia di Caserta. Approfitta di ogni momento libero per correre alla scoperta di profumi, colori e abitudini di ogni luogo in cui, per piacere o per dovere, le capita di passare. Ha deciso quasi subito che i viaggi organizzati non fanno per lei; così, pc alla mano, da qualche anno a questa parte, progetta da sé i propri spostamenti con gran soddisfazione personale, ottimizzazione dei tempi e notevole risparmio economico. Turista frenetica, della serie “non voglio perdermi niente”, intende la vacanza come un momento di conoscenza piuttosto che di relax.
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