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César Manrique a Lanzarote, cosa vedere

4 minuti di lettura
César Manrique, l'artista, pittore e sculture che ha lasciato un segno alle Isole Canarie, ecco cosa vedere a Lanzarote per un soggiorno di arte e cultura, oltre che mare e divertimento.

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Questo articolo è stato aggiornato il Aprile 13, 2016

Le tracce del passaggio del genio artistico di César Manrique sono ciò che secondo me rendono speciale Lanzarote rispetto alle altre Isole delle Canarie.  Pittore  e sculture più che architetto, progetta nell’isola degli spazi unici al mondo e fa approvare un piano urbanistico che la preserverà dagli ecomostri che purtroppo  pullulano nelle altre. Per cui, che dire, un tour tra le sue architetture è d’obbligo!

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Il vostro giro non può non iniziare con il noleggio di una fantastica macchina griffata Cabrera Medina. Vi consiglio questo autonoleggio perché, oltre al folcloristico logo manriquiano, se doveste avere dei problemi, su tutta l’isola ci sono un sacco di rivenditori, il servizio assistenza è molto organizzato, ultimo, potrete trovare sulla macchina un cd che vi farà da cicerone nel vostro giro in auto.

Il mio tour parte dall’aeroporto girando in senso antiorario sull’isola. Se sarete molto veloci potreste farcela a visitare tutto in un giorno, ma io vi consiglierei di dedicarci almeno due giorni. Noi avevamo tempo e non essendo patiti della vacanza solo mare e spiaggia abbiamo alternato le visite a César con dei bagni sulle spiagge che incontravamo durante il percorso.

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Fundación César Manrique

Come meglio iniziare il tour se non visitando la sua casa e il suo studio? Già al primo sguardo, mi sono innamorata di lui!

Arrivando alla fondazione si vede un muro di recinzione bianco che si staglia sulle caratteristiche vigne coltivate sul nero terreno vulcanico. Oltrepassando il cancello marchiato CM si apre una passeggiata che conduce all’ingresso della casa. Per la felicità del mio ragazzo, già prima di entrare in casa mi sono persa un’ora a fare le foto in ogni punto! Noterete già da subito come ogni minimo dettaglio è curato, in qualunque punto mi giravo mi sembrava di vedere delle scenografie studiate. I vasi, i cactus e la vegetazione in generale, le sculture, i muretti, le luci, perfino i cestini, niente è messo a caso e tutto è disegnato da lui. Dopo essermi riuscita a schiodare dall’ingresso siamo entrati nella villa e da lì altre sorprese. Un cortiletto d’ingresso che è un piccolo gioiello, gli spazi interni luminosissimi ed allestiti con opere d’arte interessanti, ma il vero spettacolo sono le sale ipogee create sfruttando le voragini nel terreno scavate dalla lava e dall’acqua.

Attraverso delle scale nella roccia si scende in un mondo sconosciuto: un’infilata di salottini illuminati da un foro zenitale di luce come tanti pantheon in miniatura.

Le sorprese non sono finite qui e si susseguono passando di spazio in spazio.

Uscendo dalle sale nella roccia si spunta in un cortile interno con una piscina mozzafiato, superato il quale, dopo esser passati in alcune sale della villa in cui vedrete della lava (ovviamente allo stato solido) entrare da una finestra, vi ritroverete in un giardino: inutile dirlo, unico nel suo genere.

Alla fine della visita ero contenta come una bambina e non stavo più nella pelle: volevo visitare tutto!

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Jardin de cactus

Siamo andati dritti verso  nord est per vedere il Jardin de cactus.

In questo caso vi voglio anticipare poco perché ciò che più mi ha colpito è stato l’effetto sorpresa che si ha oltrepassando la recinzione esterna del giardino. Per cui cercate di non guardare nessuna foto prima della visita. Mi sembra superfluo dirlo che l’interno del giardino è il paradiso dei cactus, per cui vi perderete a scoprire quante specie possono esistere! Anche qui divertitevi a scovare i dettagli: notate le maniglie, la grande scultura appesa formata da tanti aghi metallici e sfere di vetro, i lampioni esterni, i cestini, le inferriate all’ingresso, tutte disegnate per essere a tema con il luogo.

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Jameos del Agua

Questo è il luogo per eccellenza in cui potrete ammirare l’erosione della lava e il ruolo che ha avuto l’acqua nel “fissare” queste caverne naturali. Scenderete verso una grotta con all’interno una piscina naturale, incontrerete un ristorantino su più livelli arroccato sulla roccia, salirete verso una piscina nello stesso stile della fondazione ed entrerete in un fantastico auditorium con un’acustica naturale. Se siete fortunati alla sera potrete assistere a qualche concerto, veramente imperdibile. Uscendo c’è una galleria espositiva. Date sempre un occhio alle maniglie!

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Mirador del rio

Anche il mirador del rio punta sull’effetto sorpresa, arrivando si vede una grossa muraglia di pietre posate a secco. Superato l’ingresso vi si aprirà la vista verso il paesaggio stupendo dell’isola della Graciosa. Anche questo è uno spazio tutto da esplorare: potete uscire sul terrazzo, salire sul tetto, rilassarvi al ristorante, fare acquisti allo shop. Il mio dettaglio preferito di questo spazio sono i “non lampadari”, sculture appese al soffitto con lo scopo di rifrangere il suono per non farlo propagare.. altro che pannelli acustici!

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Museo del Campesino

Dopo il mirador del rio dovrete invertire il vostro percorso verso sud ovest, prima di arrivare al Parque nacional de Timanfaya, vero spettacolo naturalistico dell’isola, troverete questo villaggio dedicato ai contadini. Vedrete da lontano stagliarsi una grandissima scultura futuristica che è il vero simbolo del posto. Il villaggio è piccolino, ma tutto da scoprire. Le casette bianche con le persiane e le porte verdi vi farà sentire in un posto speciale.

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Parque nacional de Timanfaya

Ultimo ma non per importanza il Parque nacional de Timanfaya, qua è la natura a fare da padrona, vi sembrerà di essere approdati sulla luna! Naturalmente César non poteva non lasciare il suo zampino anche qui. Troverete un ristorante che cucina la carne sfruttando il calore geotermico. Il braciere da dove sale il calore è il protagonista dell’architettura. Posizionato al centro di uno spazio circolare è formato dal risvolto verso l’alto del pavimento a spicchi, anche nel ristorante il pavimento segue la stessa logica verso il fulcro centrale: una scultura che caratterizza tutto l’interno. Sedute, specchi , luci, bancone, blocchi di lava usati come sculture, tutto è integrato con l’architettura.

Spero di avervi trasmesso la mia passione per César Manrique che ha trasformato il volto dell’isola rispettando religiosamente la sua natura.

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Informazioni sull'autore
Noemi legge, disegna, sta spesso davanti al suo pc e quando può va alla scoperta di nuovi posti vicini o lontani. E’ un architetto freelance. Ama le diversità, conoscere nuove persone e città, assaporare nuovi gusti. Vorrebbe far conoscere maggiormente attraverso i suoi racconti di viaggio l’arte e l’architettura moderna. Le piace organizzare i percorsi di viaggio, scegliere gli alberghi più caratteristici e le mete che più si avvicinano ai suoi interessi, il tutto al minor prezzo possibile.
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