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Viaggiare facendo la ragazza alla pari, tutte le informazioni

4 minuti di lettura
Chi è una ragazza alla pari? Cosa fa e come lo si diventa? I consigli per diventare aupair, trovare la famiglia giusta e godersi a pieno questa esperienza, imparando una lingua e viaggiando.

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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 7, 2016

Esser au pair significa vivere un’esperienza di vita, conoscere un luogo ed una cultura completamente nuovi, ma farlo da un punto di vista privilegiato.

Cosa significa essere ragazze alla pari?

Essere una ragazza alla pari (al femminile solo perché le ragazze sono la maggioranza… anche se i ragazzi iniziano a farsi sentire!) significa abitare con una famiglia all’estero e occuparsi dei bambini, in cambio di vitto, alloggio ed un pocket money. Si viene accolti da nuova famiglia come se si fosse nuovo componente, una sorella maggiore che si prende cura dei più piccoli andandoli a prendere a scuola, giocando con loro, facendo i compiti insieme, preparando pranzo, svolgendo piccole mansioni domestiche.

Le motivazioni che spingono a partire per un’avventura così sono le più varie: c’è chi vuole semplicemente migliorare una lingua straniera senza iscriversi ad un costoso corso, chi ha voglia di prendersi un periodo di pausa dalla vita di tutti i giorni, qualcuno vuole conoscere nuove persone, una nuova cultura o semplicemente vivere un’esperienza nuova.

aupair-spain

Come si diventa au pair?

Dopo aver scelto la lingua che si vuole parlare e quindi le possibili destinazioni a cui puntare, la cosa più importante è cercare la famiglia ospitante adatta.
Le possibilità per la ricerca sono tre: affidarsi ad un’agenzia, usare siti web gratuiti di ricerca online, cercare annunci nei gruppi dedicati alle au pair.

L’agenzia è una valida opzione se si vuole essere assistiti in tutto il percorso di scelta e durante il periodo all’estero. Può essere una buona idea per chi non si sente sicuro nella ricerca online, ha meno dimestichezza col web o semplicemente preferisce siano altri ad occuparsi delle questioni più burocratiche. I “contro” sono sicuramente il prezzo, che può essere abbastanza alto da sostenere (di solito si parla di qualche centinaia di euro), e il fatto che spesso le agenzie richiedono requisiti più specifici, come l’età o un certo livello di conoscenza linguistica. Sul web se ne trovano veramente tante più o meno famose, a prezzi vari e dedicate a varie destinazioni. Il consiglio che vi do è di informarvi online su chi le ha già utilizzate e le esperienze che hanno avuto, per esser sicuri della loro serietà. Giusto per fare un esempio tra le più famose si può citare Cultural Care di EF per gli USA.

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La maggioranza delle au pair trova solitamente la famiglia grazie a siti web come Au Pair World: un vero e proprio social network in cui ciascuno si crea una pagina di presentazione e si inseriscono parametri come i luoghi in cui si è interessati a vivere, quanti mesi, quando si è disponibili a partire, se si è fumatori, se si accetta di essere in una famiglia monoparentale, etc. Grazie a queste informazioni si possono trovare in automatico famiglie che combaciano con le caratteristiche scelte, di conseguenza si possono salvare i profili che interessano e si possono mandare messaggi in privato.
Come questo esistono anche altri siti web con lo stesso scopo e funzionamento, due di quelli che avevo utilizzato anche io sono aupair.com e kangarooaupair.com.

Un’abitudine che si sta diffondendo sempre di più è quella unirsi a gruppi Facebook dedicati alle au pair e alle famiglie: di solito si trovano in base alla destinazione (città, regione, nazione) scelta o alla nazionalità delle au pair, ad esempio esistono “Au pair & Irish host family connection” e “Au pair italiane nel mondo”. Qui spesso si trovano annunci postati sia da famiglie che da aspiranti ragazze alla pari a cui si possono inviare quindi messaggi in privato. In questo caso però il rischio di andare in contro a problemi con le famiglie o a truffe è comunque più alto che negli altri casi, questo non vuol dire che come metodo di ricerca sia da escludere, semplicemente bisogna cercare di essere ancora più cauti.

Un buon sito per approfondire l’argomento au pair è quello creato da un ex ragazza alla pari in Inghilterra: si chiama Bushey Tales e qui vengono affrontati in modo approfondito gli aspetti più vari dell’esperienza e su cui si possono leggere anche storie di altre ragazze.

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I passi successivi

Dopo essersi affacciati al mondo au pair è necessario fare una serie di cose:

Scegliere la famiglia. Si fanno chiamate skype in cui ci si presenta e si chiacchiera, di solito è il momento più temuto in particolare per i problemi con la conoscenza linguistica, l’importante è essere spontanei e la famiglia per voi si trova. Sia durante questa conversazione sia nei messaggi precedenti o successivi chiedete tutto quello che vi passa per la testa, anche le cose che possono sembrarvi insignificanti, accertatevi delle richieste che vi vengono fatte, degli orari e di tutti i dettagli riguardo al lavoro che dovrete svolgere.
Una cosa molto importante è parlare con la/le au pair precedenti, solitamente è il modo migliore per avere un’idea più chiara di come sia la famiglia.

Accertare di avere le carte in regola. In Europa non ci sono grandi vincoli per spostarsi e lavorare come au pair all’estero, basta avere una carta d’identità. Nel caso si scelga di fare questa esperienza in un continente diverso sarà invece indispensabile avere un passaporto e ottenere documenti necessari per diventare au pair come visa o visti (una serie di documenti sul sito Au Pair World c’è una pagina apposta in cui vengono spiegati tutti questi dettagli pratici Stato per Stato).

In alcuni Stati è richiesto dalla legge che venga stipulato un contratto tra la famiglia e la au pair, in altri casi, dove non esistono regolamenti ufficiali, non è indispensabile. Il mio consiglio è comunque di richiederlo ugualmente, anche se è soltanto una formalità tra voi e la famiglia, così da avere tutto scritto e firmato da entrambi. Sempre su Au Pair World si trovano versioni standard da poter personalizzare ed utilizzare.

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Qualche consiglio in più

Siate sicure, prima di partire, che vi piaccia DAVVERO trascorrere del tempo con i bambini, perché poi una volta là dovrete farlo sul serio! Tante ore al giorno, anche con bambini che tentano di arrampicarsi sul lampadario.

Non permettete che la famiglia approfitti di voi: essere au pair non significa essere la donna delle pulizie. È normale e giusto aiutare in casa, sistemare le cose usate durante le giornate con i bambini e magari anche le loro stanze, ordinare la propria camera o svuotare la lavastoviglie se è piena… ma non siete tenute a pulire i vetri o passar l’aspirapolvere in tutta casa una volta al giorno.

Godetevi l’esperienza al meglio: cercate di contattare qualche altra au pair della zona fin da prima della partenza, anche qui i gruppi Facebook sono molto utili, anche se spesso saranno le stesse famiglie che vi daranno qualche consiglio.

Chiedete alla famiglia se potete trascorrere uno o due giorni a casa con la au pair che sta per andar via, vi aiuterà ad imparare piccoli dettagli quotidiani, svelerà segreti per gestire i bambini al meglio e magari vi presenterà ad alcuni amici.

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Informazioni sull'autore
Cremonese d’origine ma col cuore tra l’Emilia e Venezia. Dopo due anni in Laguna e una laurea in Turismo ora è alla ricerca della sua strada per il prossimo futuro. Sempre in moto per cercare nuovi stimoli, occasioni e novità, incapace di rimanere ferma e inattiva. Pendolare da una vita ama i viaggi in treno “nonostante tutto”, ha una strana fissazione per i Balcani ed è affascinata dal web e dalle sue potenzialità ma anche da tematiche come il turismo rurale, le tradizioni e l’enogastronomia.
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