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Grazzano Visconti: il borgo medievale da visitare

2 minuti di lettura
Grazzano Visconti, il borgo medievale italiano che si trova a Piacenza. Nell'articolo trovi i miti e i consigli per visitare un luogo incredibile con tanti ristorati provati e recensiti per te.

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Questo articolo è stato aggiornato il Ottobre 29, 2020

Quando si parla di viaggio si parla generalmente di luoghi. Nel borgo di Grazzano Visconti, nel zona di Piacenza, si può invece viaggiare nel tempo.

Il piccolo borgo si sviluppa intorno ad un castello di epoca medioevale, fatto costruire da Giovanni Anguissola, sposo di Beatrice Visconti, a sua volta sorella del celebre Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano.

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Era il 1395 e mentre le prime pietre del grande Duomo venivano poste nella piazza principale del capoluogo, qui, come in altre roccaforti, sorgeva uno dei diversi castelli di famiglia a scopo difensivo.
Fu trasformato in residenza nel ‘600, poi abbandonato.

Quando ritornò nelle mani dei Visconti subì un puntuale restauro da parte del duca Giuseppe che di sicuro non si sottrasse alla moda del suo tempo. Secondo i dettami di quest’epoca, valorizzazione, restauro e ampliamento del borgo furono progettati in perfetto stile neo-medievale, con tocchi gotici ed eclettici: un gioiello unico che merita certamente una visita!

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Quando andare

Il borgo è accessibile tutto l’anno, ogni stagione offre eventi a tema, di carattere storico o eno-gastronomico organizzati dalla Pro-Loco e dalla compagnia Consilium Medievale. A Maggio, l’ultima domenica del mese, si svolge l’evento cardine, Il Corteo Storico con il Torneo a Cavallo (in questa occasione è prevista una tariffa di ingresso al borgo, che negli altri giorni dell’anno è invece gratuito).

Come arrivare

Dall’autostrada A1 e A21, uscita Piacenza Sud. Prendendo la tangenziale si segue per Bettola-Stadio e a seguire Stadio-Grazzano V.
Si seguono per finire le indicazioni verso Val Nure, 10km fino a Grazzano V. Il parcheggio è ampio e gratuito durante la settimana. Nei weekend prevede una tariffa di 2€ per le moto, 3€ per le auto.

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Cosa vedere

La famiglia non permette ad oggi l’accesso al castello, ma il borgo è libero e visitabile in qualunque momento. Camminando per le sue vie ci si imbatte gradualmente nei punti di maggiore interesse: il Palazzo dell’istituzione, il Teatro, la Chiesa gotica, l’ex Asilo, i portici di via Carla Erba e la Cortevecchia, con le botteghe artigiane e il Museo all’aperto degli strumenti agricoli.

Infine il parco del castello: dalla bottega di Mastro Gufo in piazza Gian Galeazzo Visconti partono visite guidate (a pagamento).

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Cosa mangiare

All’interno del borgo sono aperti tutto l’anno bar e ristoranti. “Lo Scudiero” offre pizza cotta in forno a legna e menu ristorante, il Bar “Aloisa” propone invece panini farciti al momento nella piccola salumeria annessa. Entrambi i locali vedono riversarsi fiumi di persone nelle giornate di maggiore affluenza, per cui è meglio, a mio avviso, anticipare l’orario del pranzo se si vuole accedere con facilità ai locali.
Una valida alternativa può essere la panetteria che sforna pizze e focacce per tutto il corso della giornata, oppure (per il visitatore che non vuole dedicare troppo tempo alla pausa!)  l’area “pranzo al sacco”  allestita nel piccolo parco all’ingresso, con tavoli e panche a libero utilizzo.

Ultimo ma importantissimo avvertimento: si dice che a Grazzano V. viva ancora oggi lo spettro della giovane Aloisa, tradita dall’amato e morta per il dispiacere.. per evitare che ad altre sfortunate fanciulle capiti lo stesso, il fantasma manda un avvertimento: i cellulari degli uomini infedeli non hanno campo in nessun punto del borgo. Fate attenzione!

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Informazioni sull'autore
Sostenitrice del “bagaglio a mano sempre e comunque”, adora viaggiare leggera. Ha un debole per i paesaggi mediterranei, per la birra austriaca e per gli itinerari culturali. Archeologa di formazione, lavora oggi a Milano come guida turistica ed educatrice museale, ma ama uscire spesso dal traffico cittadino per lunghi percorsi in moto con Simone. Amante della natura, dell’arte e della buona cucina definisce il Viaggio “il suo unico vizio”.
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